Ultimo aggiornamento alle 10:20

Lady Globetrotter

Pamela McCourt Francescone, Giornalista giramondo
|

I Romani della Mongolia

Tra un mese, invitata dall'ente del Turismo cinese a Roma, avrò il piacere di tornare nel Gansu, la provincia settentrionale cinese attraverso la quale scorre la Via della Seta.

Lungo questa strada millenaria, che collegava l'Asia con il Vecchio Continente, sono passati mercanti, soldati e avventurieri (come il nostro Marco Polo), condottieri, schiavi e uomini di buona volontà, furfanti, filosofi e mendicanti, cammellieri e cavalieri.  

Noi invece l'abbiamo percorso su strade moderne a quattro corsie, lungo le quali sfrecciavano automobili, TIR, autobus e pullman turistici, pernottando in centri antichi e nuove città tirate a lucido.

Abbiamo visitato siti culturali come le Grotte di Mogao che custodiscono un patrimonio inestimabile di arte buddista, e il Museo di Lanzhou con il leggiadro Cavallino Galoppante del II secolo d.C. Abbiamo assaggiato eccellenze gastronomiche come i famosi spaghettini tirati a mano di Lanzhou. E lungo la strada abbiamo visto resti secolari della Via della Seta soggiornando in città vivaci come Zhangye e Jiayuguan.

Poi la chicca: una curiosità tra lo storico e l'inverosimile. Avendo attraversato il deserto del Gobi che si estendeva senza soluzione di continuità verso la Mongolia, siamo arrivati nel piccolo villaggio di Zhelaizhai. La particolarità di questo villaggio è che gli abitanti sono discendenti di un gruppo di legionari dell'esercito del generale romano Publio Licinio Crasso, fuggiti da queste parti dopo la disfatta dei romani da parte dei Parthi nel 53 a.C.

All'ingresso del villaggio, ad aspettarci, una guardia d'onore di 12 centurioni romani con in testa l'elmo dorato e sulle spalle il mantello rosso. Difficile non scrutarli in faccia, e infatti avevano lineamenti poco cinesi.

Uno aveva un lungo naso dritto, un altro era molto alto e uno aveva cappelli color biondo cenere - chiari segni di una contaminazione etnica.

Poi la prova schiacciante. Uno dei centurioni aveva dei tratti mediterranei! Pensando a uno scherzo da parte dei cinesi l'abbiamo salutato in italiano. Ma questo contadino, che assomigliava in modo impressionante al compagno di viaggio e tour operator romano Alberto Giuliano, era nato proprio sulle montagne della Mongolia.

Nel villaggio di Zhelaizhai arrivano studiosi per scrutare i lineamenti degli abitanti e visitare il piccolo museo dove sono appesi ritratti di Giulio Cesare e Crasso. Ma il meglio deve ancora venire. Perché tra poco i discendenti dei legionari romani accoglieranno visitatori da tutto il mondo nel parco a tema sull'Antica Roma che sorgerà accanto al loro villaggio.

Leggi anche: Cina
/* */

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA


I blog di TTG Italia non rappresentano una testata giornalistica poiché sono aggiornati senza alcuna periodicità. Non possono pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. Le opinioni ivi espresse sono sotto la responsabilità dei rispettivi autori

Torna su
Chiudi