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L'isola fiscale

Giulio Benedetti, Dottore Commercialista
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La tassazione nel mondo nel 2019: e l'Italia?

Fine anno: periodo di riflessioni sui dodici mesi appena trascorsi e buoni propositi per il futuro.

Oltre al tradizionale “l’anno prossimo mi iscrivo in palestra”, gli imprenditori più coraggiosi potrebbero pensare: “l’anno prossimo trasferisco la mia azienda all’estero” (seguito dal corollario: “in Italia si pagano troppe tasse e c’è troppa burocrazia”).

Il fisco gioca un ruolo sempre più centrale nell’attirare investimenti e investitori ed indubbiamente il settore del turismo si presta facilmente all’opportunità di cambiare sede operativa, soprattutto per i tour operator ma anche per le agenzie viaggi (soprattutto online) con dimensioni interessanti.

La tassazione delle imprese diventa, quindi, un fattore chiave per valutare uno spostamento di sede (se non il principale, assieme alle opportunità che offrono alcuni paesi stranieri in termini di bassi costi del lavoro e degli immobili).

Ma qual è la situazione attuale? Quali sono i Paesi che offrono aliquote di tassazione più basse?

La Tax Foundation (https://taxfoundation.org/) l’ente di ricerca apartitico statunitense sui temi fiscali, ha presentato uno studio che analizza le aliquote di tassazione applicate nel 2019 da 208 Paesi, con un focus sul trend degli ultimi decenni.

In questa sede non posso approfondire i tanti argomenti d’interesse che offre tale studio, ma posso lasciarvi alcuni dati e spunti d’interesse:

- L'aliquota fiscale media sul reddito delle società, misurata in tutto il mondo, è del 24,18% (l’Italia è quindi in linea con la media mondiale, dato che la nostra aliquota IRES – l’imposta sul reddito delle società – è fissata al 24%),

- L'Europa ha il tasso medio più basso, al 20,27 % (quindi l’Italia con il suo 24% è in chiaro difetto).

- Le aliquote di tassazione più elevate al mondo? Negli Emirati Arabi (55%) e nelle Comore (50%). In Europa: Francia (34%),

- Le aliquote più basse? Barbados (5,5%), Uzbekistan (7,5%). Tra i paesi a noi più vicini ed interessanti: Ungheria (9%), Montenegro (9%), Bosnia e Bulgaria (10%),

- Ovviamente vi sono anche paesi assolutamente privi di tassazione sulle imprese (Anguilla, Bermuda, Isole Cayman, Guernsey, ecc.) ma in questo caso parliamo dei noti “paradisi fiscali” per i quali subentrano ben altre considerazioni,

- Non bisogna lasciarsi affascinare dalle sole aliquote: ciò che realmente conta è l’incidenza media della fiscalità sui profitti: un paese come l’Italia con una aliquota nella media, ma che considera molti costi indeducibili (ad esempio le spese auto) di fatto porta ad una incidenza maggiore delle imposte sui profitti,

- Analizzando quindi l’incidenza media della fiscalità, con dati forniti dall’Ocse - l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’Italia (incidenza del 42,1%) figura al settimo posto tra i paesi con maggiore pressione fiscale al mondo. Prima la Francia (46,10%), sul podio Danimarca e Belgio con percentuali poco differenti. Tra i paesi meno “pressanti”: Usa (24,3%) e Irlanda (22,3%).

Quanto sopra per gli amanti delle statistiche e dei numeri.
In realtà per chi vuole davvero decidere se trasferire la propria sede l’analisi è un po' più complessa: numerosi paesi (di nostro interesse per la vicinanza: est europa) offrono interessanti spunti per chi investe direttamente in loco o per le start-up, con ulteriori agevolazioni per gli utili reinvestiti.

Diventa quindi fondamentale comprendere quali sono le proprie esigenze:
- si vogliono monetizzare i propri investimenti, distribuendosi degli utili? Allora alcuni paesi potrebbero penalizzare questa soluzione,
- non si è (per ora) interessati a distribuirsi utili, magari si ha necessità di lavoratori in loco ed in più si è disposti a trasferire anche la propria residenza all’estero? Allora alcuni paesi, anche vicini al nostro, presentano sicuramente soluzioni interessanti

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.euwww.travelfocus.it

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