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L'isola fiscale

Giulio Benedetti, Dottore Commercialista
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Gli Isa: le pagelle fiscali senza obbligo di adeguamento

Come noto, gli “ISA” (Indicatori Sintetici di Affidabilità) vanno a sostituire gli Studi di Settore. La vera novità sta nel fatto che ora sarà il contribuente a decidere a che livello adeguarsi, senza alcun obbligo (mentre con gli Studi di Settore se non si risultava congrui scattavano determinate procedure di adeguamento quasi necessarie).

Attenzione però: non si tratta di una “gentile concessione” del fisco: semplicemente lo strumento degli Studi di Settore era stato, nel corso degli anni, sempre più indebolito dalle numerose sentenze negative che l’Agenzia delle Entrate aveva dovuto subire in sede di contenzioso, dato che i giudici tributari lo hanno sempre più giudicato strumento non idoneo per accertare i contribuenti.

Quindi ora con gli ISA si volta pagina:
- Gli ISA determineranno un voto da 1 a 10: se si prende dall’8 in su si potrà beneficiare di alcune premialità, se si prende dal 6 in giù si potrà essere inseriti in determinate “liste” selettive dalle quali il fisco potrà scegliere i contribuenti per futuri accertamenti,
- I premi per chi ha un voto dall’8 in su (quando andavamo alle scuole medie era l’equivalente di un “distinto”): i più significativi sono la riduzione dei termini di accertamento di almeno un anno e l’esonero dall’apposizione del visto di conformità per poter utilizzare i crediti fiscali in compensazione,
- Il rischio per chi ha un voto dal 6 in giù (che ai tempi delle medie era comunque un “sufficiente” che se non rendeva i genitori contenti almeno evitava punizioni particolari, mentre pare che il fisco sia più severo e non si accontenta della sufficienza) è quello di essere inseriti in liste selettive per eventuali futuri controlli che però, è importante sottolinearlo, non sono automatici,
- Ora sarà il contribuente, e non il fisco, a decidere a che livello gestire l’eventuale aumento di ricavi: se si vorrà avere un “voto” più alto si potrà autonomamente decidere di quanto aumentare i propri ricavi da indicare in dichiarazione dei redditi (e quindi quante imposte in più versare allo Stato).

Un giudizio spassionato su questo nuovo strumento?
E’ sicuramente positivo il cambio di approccio (meno punitivo) rispetto agli Studi di Settore.
Il prezzo da pagare, però, è un sempre maggiore impegno in carico alle aziende e ai loro consulenti, dato che il fisco non si accontenta dei dati che venivano inseriti negli Studi di Settore, ma chiede di avviare nuove procedure per scaricare dal proprio cassetto fiscale i dati degli ultimi 10 anni, rielaborarli sul proprio sistema e inserirli nel modello dichiarativo.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.euwww.travelfocus.it

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