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L'isola fiscale

Giulio Benedetti, Dottore Commercialista
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Fatturazione elettronica: il Garante della privacy blocca tutto?

Ha suscitato sicuramente scalpore la recente comunicazione del Garante della privacy circa le problematiche connesse con la fatturazione elettronica: la notizia ha suscitato tante speranze in chi non vede di buon occhio questo nuovo obbligo (sostanzialmente: tutti gli operatori che concretamente devono gestire la fatturazione in agenzia viaggi). Devo però, mio malgrado, deludere subito le aspettative dei più speranzosi: ciò non fermerà la partenza fissata al 1 gennaio 2019. Anzi: il Garante non sta facendo un “favore” ai contribuenti, bensì è probabile che all’orizzonte si prospettino nuovi adempimenti, e vi spiego subito perché.

Innanzitutto il Garante della privacy ha sollevato il problema non relativamente alla fatturazione elettronica in sé bensì ha segnalato che l’altro adempimento strettamente collegato con la fatturazione elettronica e cioè la conservazione sostitutiva della stessa, non rispetta le norme in materia di privacy.

Infatti le fatture elettroniche devono obbligatoriamente essere conservate per almeno 10 anni rispettando determinati requisiti tecnici ed il Garante afferma che il servizio di conservazione sostitutiva offerto gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate non garantirebbe il pieno rispetto degli obblighi in tema di privacy.

Cosa significa tutto ciò? Che una delle poche cose buone del servizio offerto dall’Agenzia delle Entrate, e cioè la conservazione sostitutiva gratuita dei documenti, così come è organizzato non va bene.

Le software house ovviamente gongolano: loro il servizio di conservazione sostitutiva lo offrono come servizio (ovviamente al giusto prezzo) e l’eliminazione di un concorrente ingombrante come l’Agenzia delle Entrate non può che far loro piacere.

In realtà l’Agenzia delle Entrate sta già lavorando a stretto contatto con il Garante Privacy per risolvere il problema: si parla di esenzione dalla fatturazione elettronica per determinate categorie (medici e farmacisti), si vocifera di diverse modalità di inserimento dei dati relativi alla descrizione presente in fattura: il timore è che tutto ciò si trasformi in un nuovo e pesante adempimento per il contribuente, già pesantemente vessato dalle continue novità fiscali.

Una cosa pare fuor di dubbio: la lotta all’evasione fiscale (nel cui nome è stata istituito l’obbligo di fatturazione elettronica) non può essere combattuta in spregio al diritto di ognuno al rispetto dei propri dati personali: una agenzia viaggi cura dati relativi agli orientamenti sessuali e religiosi dei propri clienti, alla loro salute, condizioni fisiche e patologie, e nel rispetto di queste informazioni periodicamente sostiene oneri per conservare a norma tali dati: il fatto che poi debba provvedere a spedire tutto, acriticamente, a soggetti terzi quali l’Agenzia delle Entrate che poi possono disporne come meglio credono, lascia alquanto interdetti.

Molto probabilmente il problema verrà risolto in tempi brevi, e speriamo che non vengano introdotti nuovi obblighi o adempimenti.

Ciò che è sicuro, però, è che la fatturazione elettronica lascia sempre più perplessi tutti gli operatori mano a mano che la scadenza si avvicina: i “bravi” di Don Rodrigo di manzoniana memoria si avvicinavano a Don Abbondio minacciandolo “questo matrimonio non s’ha da fare”. Ora il clima sembra il medesimo, i promessi sposi sono la fattura elettronica (da una parte) e tutti noi contribuenti dall’altra, solo che ora il “matrimonio s’ha da fare”, a tutti i costi.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.eu – www.iva74ter.it

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