Ultimo aggiornamento alle 09:12
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La Germania oltre l'Europa, alla ricerca di nuovi mercati

di Mario D'Arrigo

“La destinazione Germania sta dimostrando la sua crescita e un eccellente futuro”. Petra Hedorfer, ceo del National Tourist Board della Germania, commenta così la lunga serie di successi dell’inbound tedesco.

Dopo quattro anni di progressione continua, infatti, nel 2013 la Germania ha superato i 70 milioni di pernottamenti (sfiorando i 72 milioni) dall’estero; una crescita del 4,5 per cento rispetto all’anno precedente e, solo dall’Europa, un incremento di quasi 4 punti.

Se i mercati emergenti sono soprattutto Europa dell’Est e Asia, il primo bacino è quello britannico: “Sui 3,1 milioni di aumento - continua Hedorfer - la Gran Bretagna contribuisce con oltre 367mila pernottamenti, seguita dalla Russia con 348mila, dalla  Svizzera a quota 271mila e dagli Stati del Golfo con quasi 260mila pernottamenti. La Polonia è a 187mila e la Cina a quasi 172mila”.

In continua crescita, per il turismo tedesco, è poi l’area del Far East: la rapida avanzata dell’Asia (che ora ha uno share di mercato dell’11 per cento) è proseguita nel 2013 con un incremento del 9,3 per cento, in particolare da parte dei visitatori provenienti dagli Stati del Golfo, che hanno fatto registrare il  20,2 per cento in più, e dalla Cina, che ha superato l’11 per cento.

Ma il forecast è positivo anche per il 2014. “Siamo nella direzione giusta per raggiungere gli 80 milioni di pernottamenti entro il 2020 - prevede Hedorfer -. Per quest’anno ci aspettiamo che la domanda dall’estero cresca tra 1 e 3 punti percentuali”.

Un buon motivo per una vacanza in Germania sarà anche il tema specifico per il 2014, incentrato sui siti Unesco. “La strategia - afferma Rijkert Kettelhake, per molti anni alla direzione dell’Ufficio del Turismo Germanico in Italia - è quella di promuovere ogni anno, nei Paesi esteri, nuovi aspetti del nostro turismo.  La Germania non è solo la Baviera e Monaco,  ma anche città come Brema, oppure Lubecca. Diversi stili, diverse abitudini ma un unico Paese”.

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