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Oltre i record: il 2013 dei Caraibi

di Stefania Galvan

“Siamo ottimisti, il trend per fine anno sarà positivo”. Beverly Nicholson-Doty, presidente della Caribbean Tourism Organization, non ha dubbi: dopo il record del 2012, con 25 milioni di visitatori e un incremento del 5,4 per cento sul 2011, l’inbound nelle isole della regione continuerà a crescere anche quest’anno.

Nonostante, secondo i dati Cto, l’inizio anno sia stato al rallentatore soprattutto per le grandi isole dell’area, le previsioni per la fine 2013 parlano di una progressione di arrivi oscillante tra il 4 e il 5 per cento. Una cifra che, se confermata, sbaraglierebbe anche il primato del 2012, la migliore stagione per il turismo dei Caraibi nell’ultimo quinquennio.

“Il segnale positivo - sottolinea Beverly Nicholson-Doty - è che le prenotazioni stanno aumentando, in particolare fuori dal Nord America. Anche i ricavi degli hotel si stanno muovendo nella giusta direzione e stiamo inoltre assistendo a un incremento delle spese dei turisti in arrivo”.

Nel 2012 i visitatori della regione hanno portato alle casse statali un totale di 27,5 miliardi di dollari, pari al 3,6 per cento in più rispetto all’anno precedente: il terzo anno consecutivo di aumento. Un andamento di questo tipo, secondo il Cto, riporta i livelli di spesa a quelli precrisi, ovvero quelli registrati nel periodo 2008-‘09.

Questione tariffe
Resta, tuttavia, ancora da sciogliere il nodo delle tariffe aeree, particolarmente care per il mercato britannico a causa delle tasse aeroportuali. Il risultato è che, per una famiglia inglese, acquistare un biglietto aereo per Barbados allo stato attuale costa, solo in tasse, ben 400 sterline rispetto alle 80 che si dovevano pagare nel 2005.

Ed è proprio a causa della Apd - la air-passenger duty - che nel 2012 i visitatori provenienti dal Regno Unito sono diminuiti di 10 punti percentuali rispetto al totale di 1,1 milioni  registrato nel 2011. Un calo compensato dagli arrivi Usa, a più 4,2 per cento nel 2012, e da quelli canadesi, in aumento del 5,9 per cento. La Apd sarà uno dei temi delle prossime discussioni tra la Caribbean Hotel & Tourism Association e il Governo britannico.

Il trend delle isole
Tornando al bilancio 2012, secondo il Cto i Caraibi di lingua olandese (come Aruba, Curaçao e St. Maarten) lo scorso anno hanno avuto un recupero moderato, mentre quelli di lingua spagnola (Cuba, Portorico, Repubblica Dominicana e i resort messicani di Cancun e Cozumel) hanno registrato performance migliori, con una progressione media di arrivi pari al 6 per cento.

Per la seconda volta in quattro anni, secondo i dati Cto, nel 2012 tutti gli indicatori alberghieri sono risultati positivi: il tasso di occupazione media è salito del 7,1 per cento, l’adr di 4,8 punti e il totale delle entrate valutarie per camera è aumentato dell’8,9 per cento, mentre il revPar ha riportato un incremento del 12,4 per cento.

Inizio rallentato
Le previsioni della presidente Cto presuppongono un’estate in forte rimonta, dal momento che i primi mesi dell’anno sono stati sottotono, sorpattutto per le grandi isole. È il caso della Giamaica, che ha chiuso il primo quadrimestre con poco più di 712mila arrivi, a meno 3,1 per cento, mentre la Repubblica Dominicana ha subito un calo di 1,1 punti. Stabile, invece, Cuba, che ha concluso il primo trimestre 2013 a quota 946mila visitatori. Tra le altre isole l’unica in aumento nel periodo gennaio-aprile è stata Aruba, con 315mila arrivi e un tasso di incremento pari al 4,3 per cento.

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