Gli italiani sembrano al momento averle messe da parte. Ma quando tutto alle Maldive cominciò, agli inizi degli anni ‘70, e il primo resort, il Kurumba, fu aperto, l’Italia giocò un ruolo di primo piano.
Tutto prese avvio, infatti, da un personaggio come George Corbin, un instancabile viaggiatore italo-inglese e talent-scout di nuove destinazioni. Innamoratosi delle Maldive e della bellezza mozzafiato dell’arcipelago, fu lui a portare in avanscoperta, per l’agenzia di viaggi Sesto Continente, un gruppo di fotografi e giornalisti dal Belpaese. E fu con loro che iniziò il passaparola. Le Maldive divennero in breve tempo il paradiso da cartolina degli italiani. Le spiagge dal bianco abbacinante, la vegetazione lussureggiante e le palme protese verso il mare sono presto diventati il sogno di ogni vacanza.
Un sogno alimentatosi nei decenni e che prosegue tuttora, ma su scala più ampia. Il mercato italiano, ai vertici fino al 2007, ha infatti dovuto cedere il passo prima a inglesi e tedeschi e ora al promettente bacino cinese, nel 2011 arrivato a dominare, con 198.655 arrivi, le classifiche dei flussi dall’estero.
Gli ottanta resort disseminati nelle 1.190 isole di origine corallina sono così diventati l’orizzonte paradisiaco dei big spender asiatici. E le Maldive si sono trasformate nella terra capace di regalare grandi soddisfazioni alle aziende del tour operating mondiale e alle multinazionali. I disagi e le sistemazioni spartane dell’epoca pioneristica sono infatti stati rimpiazzati da un tessuto ricettivo di altissimo livello.
Nonostante gli impegni di gran parte dei t.o. tricolore si siano ridotti, qualcuno che non rinuncia alla cartolina da sogno c’è ancora. Come Azemar, che ha intensificato gli impegni arrivando a commercializzare in esclusiva l’ex Valtur Kihaad Maldives.
