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Laos, il Sud Est asiatico da scoprire

"Il Laos - scriveva Tiziano Terzani -, non è un posto, è uno stato d’animo".

È uno dei Paesi meno conosciuti e, per lunghi anni, anche meno visitati del Sud-Est asiatico, ma oggi sta facendo parlare di sé per la sua vocazione verde e il suo fascino enigmatico. È un’oasi di tranquillità e quiete - è l’unico Paese del Sud-Est asiatico senza uno sbocco sul mare - e i sui ritmi lenti, insieme ai modi ospitali del popolo, sono una delle carte vincenti nella sua apertura al turismo.

Dieci ministri a confronto
È stata proprio la sua capitale, Vientiane, a ospitare il 32esimo Asean Tourism Forum, durante il quale si sono incontrati i ministri del turismo dei 10 Paesi Asean: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam.

In concomitanza con i lavori ufficiali dell’incontro si è svolta la borsa Travex, alla quale hanno partecipato 1.581 delegati tra i quali 354 operatori dell’offerta e 470 buyer provenienti da 56 Paesi. “Sono molte le sfide per guidare la nostra destinazione verso un turismo sostenibile - ha detto all’Atf Saly Phimphinith, direttore generale marketing del Ministero del Turismo -. Abbiamo bisogno di maggiore visibilità, e potenzieremo la promozione in Europa, America e Cina”.

Secondo il manager servono, inoltre, nuove strutture ricettive in tempi rapidi. Un messaggio che i grandi brand stanno raccogliendo, dal momento che gruppi come InterContinental stanno investendo nel Paese. “Inoltre - aggiunge Phimphinith - apre a Vientiane un nuovo Crowne Plaza con 200 camere”. Altra carenza da colmare riguarda la scarsa formazione professionale per l’ospitalità: “Abbiamo bisogno di un maggior numero di guide che parlino le lingue europee” sottolinea il d.g. marketing.

Sul fronte dei collegamenti, invece, le buone notizie arrivano dall’aumento dei voli internazionali su Vientiane e Luang Prabang. “Aspettiamo prossimamente l’arrivo di Air France - aggiunge Phimphinith -, Jal e Aeroflot”.

I gioielli dell’Unesco
Quello che affascina nel Laos sono la bellezza dei paesaggi, la foresta pluviale, gioielli storici come Luang Prabang - la graziosa cittadina protetta dall’Unesco -, il Champassak attraversato dal fiume Mekong e i villaggi di 49 minoranze etniche, dove la vita scorre con i ritmi d’altri tempi, oltre a una gastronomia tra le più gustose in Asia.

Tre i siti Unesco tra le attrazioni più visitate del Paese: Luang Prabang; Vat Phou, complesso di templi Khmer che risale al VII secolo; e le misteriose giare di pietra del Piano delle Giare.

Di grande interesse storico e antropologico sono invece le grotte di Viengxay, nel Nord-Est del Laos, che furono un rifugio per oltre 20mila persone durante i bombardamenti del Paese da parte degli americani negli anni bui della guerra del Vietnam. Oggi è possibile visitare alcune di queste grotte dove, oltre a unità abitative, furono realizzati scuole, ospedali e un teatro.

Ma è la natura la vera ricchezza del Paese. Un patrimonio che, se gestito con prudenza, potrebbe fare della destinazione il Costarica dell’Asia. Venti le aeree protette, che coprono circa il 14 per cento del territorio del Laos e sono paradisi incontaminati per chi ama praticare il trekking, il rafting e il birdwatching.

Inoltre sono sempre più richieste le attività avventura come il tubing, lo zip-line, il kayaking e altri sport fluviali in località come Vang Vieng, molto apprezzata dai giovani. "Il turismo verde aiuta le comunità rurali - sostiene Inthy Deuansavan, presidente Green Discovery, un pioniere del turismo verde nel Laos -. Una nostra priorità è quella di salvaguardare il patrimonio naturale. Anche quando si tratta di montare sistemi come lo zip-line le nostre premure sono rivolte alla protezione dell’ecosistema e alla sicurezza dei clienti".

Il governo del Laos è consapevole di quanto sia importante proteggere l’ambiente, "ma purtroppo, spesso, non tutti i player aderiscono - osserva Deuansavan -. Le ordinanze in materia di urbanistica sono una garanzia sul lungo termine e andrebbero applicate rigorosamente".

La questione del pricing
"Sempre più operatori stanno inserendo il Laos come destinazione unica, e ci chiedono nuovi itinerari al Sud e al Nord" osserva Björn Schimanski, managing director di Asian Trails Laos. "La sfida più grande - aggiunge - è trovare personale qualificato; le Ong, le banche e le attività minerarie offrono stipendi alti e il turismo ne soffre. Un altro problema è che il Laos è più caro di Thailandia, Cambogia o Vietnam. Ma, offrendo un prodotto più esclusivo e una natura incontaminata soddisfa anche i clienti più esigenti”.

Nel 2012 il Laos ha registrato 3,3 milioni di arrivi internazionali, dei quali circa 300mila europei. Dieci anni fa erano francesi, svizzeri, tedeschi e inglesi ai primi posti, ma oggi lo sono i Paesi vicini come la Thailandia, con 479.323 visitatori e il Vietnam, con 169.500.

Tra gli obiettivi dei ministri Asean l’allargamento del visto unico, introdotto tra la Cambogia e la Thailandia il 1° gennaio scorso.

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