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Tra Mar Rosso e Piramidi: l'Egitto riparte dal turismo

di Silvia De Berardin

Un periodo di transizione che può far bene anche al turismo. Il momento storico che sta vivendo l’Egitto, dopo le ultime elezioni politiche, potrebbe dare slancio anche al comparto turistico, rivelandosi un’opportunità.

Ne è convinto Alberto Barattini, console italiano onorario competente per il Mar Rosso. “Quello di cui l’Egitto ha bisogno ora è di una ragionevole via di mezzo tra la qualità e la quantità di presenze, probabilmente eccessiva degli anni passati” spiega. E aggiunge: “Lo sforzo dell’ambasciata italiana in questo momento è tutto concentrato a rassicurare i turisti italiani: l’Egitto è tranquillo, se si eccettuano alcuni punti delicati del Cairo come piazza Tahrir. Ma le zone costiere, che non sono state minimamente toccate dalla rivoluzione, sono oggi tutte a rischio zero”. Il messaggio è chiaro: “Venite in Egitto perché la nuova svolta del Paese ha bisogno del turismo italiano”.

L'inversione di tendenza
E gli italiani sembrano voler rispondere all’appello. Secondo gli ultimi dati aggiornati del Ministero del Turismo, nei primi quattro mesi del 2012 le presenze totali sono aumentate del 52 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a quota 3 milioni e 600mila. Dall’Italia, nel solo mese di aprile i pernottamenti si sono impennati del 151 per cento, salendo da 316.504 del 2011 a 795.111. Il paragone con lo scorso anno, per il primo quadrimestre, non è però molto significativo, perché fu proprio nel primo scorcio del 2011 che scoppiò la rivoluzione, facendo crollare l’inbound.

Un duro colpo per i siti archeologici
Un terremoto che ha colpito soprattutto l’Egitto classico e i tour archeologici associati alla navigazione in crociera dell’Alto e del Basso Nilo, ma che non ha risparmiato nemmeno il turismo balneare del Mar Rosso. Prima ancora dei numeri, a parlare è lo scenario che ancora oggi accoglie il turista all’ingresso di siti normalmente tra i più visitati al mondo, davanti ai quali sono di fatto sparite le tradizionali, lunghissime (e spesso estenuanti) code sotto il torrido sole egiziano. Succede, per esempio, a Luxor. L’antica Tebe, oggi cittadina da 60mila abitanti attraversata dal Nilo, è da sempre tappa obbligata per i crocieristi che navigano sul leggendario fiume in motonave o sulla locale feluca.

Considerata la ‘Mecca’ del turismo archeologico mondiale, nel 2011 Luxor ha visto crollare il numero di visitatori: secondo le stime del Sindacato generale delle guide turistiche egiziane le presenze sono scese dalle 400mila giornaliere, registrate in media nel 2010, a meno di mille. In termini di gruppi, dai 30 accompagnati mediamente ogni anno da ciascuna guida si è passati a 3. Una pacchia per i turisti che non si sono fatti scoraggiare dai fatti di piazza Tahrir, ma un colpo pesante per gli operatori locali, che pure si mostrano ottimisti.

“Il turismo egiziano è ammalato, ma non morirà. La luce in fondo al tunnel ancora non si vede, molto dipenderà dell’agenda che verrà impostata da chi è stato scelto per guidare il Paese dopo questa tornata elettorale, ma il nostro turismo ha possibilità di sviluppo incredibili”, dice Ali Ali Imam, candidato alla presidenza dell’organizzazione sindacale. “Siamo fiduciosi. Questo è un momento difficile, ma di transizione, un cambiamento di governo non è mai una cosa facile” concorda Hatem Salah Eldin, direttore generale della compagnia Isis Travel che può contare su sei navi sul Nilo, un hotel a Hurgada e un altro in costruzione. La compagnia ha registrato un 2011 segnato da un calo netto di passeggeri che non ha, tuttavia, fermato le navi.

Gli itinerari
Luxor rimane il miglior punto di partenza per associare alla crociera sul Nilo il soggiorno balneare sul Mar Rosso. Tre ore di pullman nel deserto conducono a Marsa Alam. Qui, come nelle altre località occidentali della costa egiziana, i tassi di riempimento delle camere rimangono al di sotto della media. Una mano, spiegano gli operatori locali, viene dal mercato russo e dai nuovi mercati emergenti dell’Est Europa. Più complicata la situazione per quello italiano, frenato in questo momento più dalla difficile congiuntura economica nostrana che dall’instabilità politica egiziana. Ma il Governo egiziano non si perde d’animo: “Stiamo aumentando la capacità negli aeroporti, in particolare quelli sul Mar Rosso - fa sapere il Ministero - e contiamo di riprendere la lunga crociera sul Nilo fra Il Cairo e Assuan, sospesa dal 1994”.

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