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Spagna, faccia a faccia tra pubblico e privato

Migliorare l’accesso al credito da parte delle imprese, continuare nell’opera di rivitalizzazione delle destinazioni più mature, prevenire ulteriori rialzi di tasse aeroportuali e Iva.

Questa la ricetta di Jose Luis Zoreda, vicepresidente di Exceltur, per continuare a mantenere il trend positivo che ha caratterizzato l’incoming spagnolo nei mesi scorsi. Una tendenza che ha mostrato qualche segnale di stanchezza nelle ultime settimane.

“Il leggero rallentamento - spiega il vicepresidente dell’associazione che riunisce i più grandi brand spagnoli nel campo dell’albergatoria, della ricettività e dei trasporti - è diretta conseguenza della ripresa dei flussi turistici in Egitto e Tunisia”.

Ma non è tanto questo a preoccupare Zoreda, quanto il pessimismo delle imprese turistiche per il futuro: “Per il prossimo trimestre - dice - il 52 per cento delle 1.600 imprese che operano nel settore teme un calo di fatturato; più pessimiste sono quelle che operano nel turismo interno, ma la preoccupazione si fa spazio anche per l’outbound”.

Il rappresentante delle imprese private non ha dubbi: per invertire il trend occorre una profonda riforma che favorisca l’iniziativa privata e, nel contempo, migliori l’immagine delle mete turistiche spagnole.

Non la pensa così Manuel Butler, direttore generale Turespaña: “Il turismo spagnolo - dice - gode di un prestigio inalterato a livello internazionale. Ed è proprio da questo comparto che noi dobbiamo partire per rivitalizzare il brand Spagna nel suo complesso, a livello mondiale”.

L’industria dei viaggi potrebbe, quindi, diventare addirittura una leva per modernizzare il brand Spagna agli occhi dell’opinione pubblica mondiale. “Quello che ci serve ora - replica - è una visione imprenditoriale del Paese da parte di tutti gli attori del settore, ma in particolar modo degli enti pubblici”.

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