Ultimo aggiornamento alle 10:23
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Ue, stretta sui viaggi:
nuove misure in vista
e scatta il tampone
per la Francia

L’Europa alle prese con una serie di nuove varianti del virus ha deciso: le frontiere interne fra stati rimarranno aperte, ma le misure di controllo si intensificano.

I primi a mettere in campo la nuova strategia sono i francesi: a partire da domenica a mezzanotte, tutti i viaggiatori all'interno dell'Unione europea dovranno possedere, prima della partenza per la Francia, il certificato di un tampone molecolare negativo effettuato 72 ore prima della partenza. Il test sarà obbligatorio per "tutti i viaggi non essenziali" e resteranno esclusi solamente i frontalieri e quelli del trasporto via terra.

Frontiere aperte
Una riunione dei leader Ue ha stabilito comunque di mantenere aperte le frontiere interne al Continente, applicando però un forte scoraggiamento a intraprendere viaggi non essenziali. E creando una zona ‘rosso scuro’ per indicare le aree ad alto rischio.

"Dobbiamo ridefinire la nostra mappatura per individuare le aree ad alto rischio, introducendo una categoria rosso scura. A chi parte da  queste zone possono essere chiesti test prima di partire e la quarantena dopo l'arrivo. Tutti i viaggi non essenziali devono essere altamente scoraggiati" ha spiegato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

A raccomandare la necessità di misure restrittive alla libertà di movimento è stata anche l'Ecdc (Agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie). Misure che saranno facilitate anche dalla decisione di un riconoscimento reciproco dei test, compresi quelli rapidi, in tutta l'Unione.

Passaporto vaccinale
I Paesi ad alta vocazione turistica, preoccupati per le proprie economie in vista della primavera-estate, hanno provato a far avanzare l'idea di un passaporto delle vaccinazioni per facilitare gli spostamenti tra Stati, ma l'idea è stata definita “da valutare con estrema prudenza", e comunque non in questa fase, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

A lanciare la proposta nei giorni scorsi era stato il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis, che alla videoconferenza è tornato ad illustrarla ai colleghi, sostenuto dal maltese Robert Abela, e dallo spagnolo Pedro Sanchez.

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