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Visti turistici prima del coronavirus: i numeri della Farnesina

Anche se il Covid-19 ha fortemente limitato (o meglio, praticamente annullato) gli spostamenti dei viaggiatori, in epoca di libera circolazione, di Europa unita e di voli low cost difficilmente ci si ricorda che c’è stato un tempo in cui per varcare i confini di qualsiasi Stato estero c’era bisogno di un visto. Il rilascio di questo tipo di documento è ancora oggi una delle attività principali svolte dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Come si evince dal suo annuario, riportato su HotelMag, nel 2018 la Farnesina ha rilasciato 1.856.967 di visti.

Rispetto al 2017 il numero è rimasto sostanzialmente stabile, con appena un +0,5%. Siamo, quindi, ben lontani dal numero di visti che veniva rilasciato nel 2014 (2.216.330). Dopo anni di crescita, infatti, tra il 2014 ed il 2016 c’è stata una caduta del 18,2% (pari a 403.083 visti in meno).

Gli altri Paesi
I nostri maggiori competitor europei negli stessi anni hanno avuto un andamento decisamente diverso: da un lato, la Germania fino al 2016 ha avuto un trend positivo che si è arrestato nel 2017 e nel 2018; dall’altro la Francia, che, tra il 2009 e il 2018, ha quasi raddoppiato il numero di visti rilasciati, arrivando a quota 3.567.856.

Se si considera che in Italia, nel 2018, ci sono stati 63.195.203 arrivi di stranieri, ha ricevuto il visto un viaggiatore su 34. Il rapporto cambia sensibilmente se si prendono in considerazione solo gli arrivi provenienti dall’esterno dell’Unione Europea (26.159.826), diventando uno su 14. I restanti 13 o non avevano necessità di richiedere il visto in virtù di accordi bilaterali o lo hanno chiesto ad altri Stati dell’Area Schengen.

Traina il turismo
Quasi l’80% dei visti rilasciati in Italia ha scopi turistici. Il restante 20% si divide tra affari (8,7%), studio (3,3%), motivi familiari (2,9%), lavoro subordinato (1,2%) e altre motivazioni (poco meno del 4%). Andando nel dettaglio, è interessante notare che nel 2018 i visti rilasciati per motivazioni religiose sono stati 9.836, in assoluto il dato più alto registrato negli ultimi 10 anni. Maggiore del 14,6% rispetto all’anno precedente e del 7,5% rispetto al 2016, anno del Giubileo straordinario.

Nel 2018 la maggior parte di visti rilasciati in Italia è andata a russi e cinesi (più di 950 mila in totale). In terza e quarta posizione Turchia e India, con più di 109mila visti ognuna. Ma, mentre i visti rilasciati ai cittadini turchi sono diminuiti tra il 2016 ed il 2018 del 21,3%, nello stesso periodo quelli destinati ai cittadini indiani sono aumentati del 7,8%. Sempre in questi anni c’è stato un trend positivo anche per i visti rilasciati ai cittadini di Sud Africa (+29,6%) e Stati Uniti (+10,9%), arrivando a più di 40mila ognuno.

Proseguendo con la classifica, al settimo posto per numero di visti emessi troviamo la Thailandia (36.979 nel 2018) seguita da Arabia Saudita (32.534) e Emirati Arabi Uniti (28.450).

Visti brevi
Dallo scorso 3 febbraio sono entrate in vigore nuove regole europee che regolano l’emissione dei visti brevi. L’iter per la richiesta sarà più semplice per i viaggiatori che vengono nel continente europeo per turismo e affari. I vantaggi maggiori sono due: la possibilità di richiedere il visto nei 6 mesi precedenti il viaggio (prima erano 3) e il fatto che sarà più semplice ottenere visti per ingressi multipli. In questo modo chi torna frequentemente in Europa risparmierà tempo e denaro in quanto dovrà fare richiesta del visto più raramente. L’Hotrec (associazione europea che rappresenta hotel, ristoranti e caffè) ha accolto positivamente le nuove regole, vedendole come uno stimolo alla competitività europea nel rispetto delle regole di salute e sicurezza. La stessa associazione, inoltre, incoraggia la ratifica di nuovi accordi con Paesi terzi per l’ingresso senza visto nell’area Schengen e la presentazione telematica delle richieste.

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