Ultimo aggiornamento alle 15:33
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La Parigi-Dakar sbarca in Arabia Saudita

Primi giorni di competizione serrata per la Parigi-Dakar edizione 2020, che dopo 29 edizioni in Africa e 11 in Sud America cambia meta. A farla da padrone sono questa volta i deserti dell’Arabia Saudita, dove dal 5 e fino al 17 gennaio prossimo 351 equipaggi si affronteranno lungo  circa 9mila chilometri di deserto sabbioso. Come sottolineato da Ansamed, sono tante le sfide che stanno andando in scena in Arabia Saudita, che quest'anno ospita per la prima volta il rally che per cinque anni ha scelto il regno come sua casa.

La competizione per auto, moto e camion è diventata famosa nelle tappe da Parigi a Dakar ma ormai da anni sta esplorando altre zone del mondo. Dodici le tappe sulle dune del deserto di Rub' al Khali, per oltre 9mila chilometri di sfide. In tutto sono 550 i piloti, provenienti da 62 Paesi.

Oltre alla sabbia e alla velocità delle auto, c'è però la storia di una gara che toccherà alcuni dei siti archeologici e delle attrazioni turistiche principali del Paese, in linea con lo sviluppo turistico auspicato dal Governo saudita. La tappa dell’8 gennaio toccherà il sito di Mada'in Salih, dove sorgeva l'antica città nabatea di Hegra, e nelle prossime soste la Dakar passerà nell'osasi di Al Hassa, la più grande del mondo, La Mecca e Medina. "In Arabia Saudita - ha spiegato prima della partenza il pilota saudita Yazeed Al Rajhi - si può trovare qualsiasi tipo di terreno. Credo che tutti i piloti rimarranno stupiti da quello che vedranno in gara: luoghi dove improvvisamente è inverno e nello stesso giorno di corsa il clima dell'estate piena. E' un grande Paese e offre tante condizioni diverse".

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