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L’Arabia Saudita fra le mete top del futuro

Dallo scorso settembre l’Arabia Saudita ha aperto le porte ai visti turistici e si prepara ad essere una delle mete più interessanti del futuro. L’evoluzione verso il turismo c’è stata da quando, tre anni fa, il principe ereditario Mohammad bin Salman ha dato il via a Vision 2030. Come riportato da Vanity Fair, le riforme da quel momento di sono moltiplicate: da gennaio 2018 le donne non hanno più bisogno di essere accompagnate da un uomo nelle veci di tutore, nemmeno per viaggiare; dal giugno 2018 possono guidare sole e dal 27 settembre 2019 è stata la volta della concessione dei visti turistici. A questo si è aggiunta la possibilità  di non vestire l’abaya, non solo per le straniere ma anche per le saudite.  

Raddoppiare i siti Unesco
Tra gli obiettivi della Vision c’è anche quello di raddoppiare il numero dei siti del patrimonio culturale saudita riconosciuti dall’Unesco, attualmente cinque, fra i quali anche l’oasi di Al-Ahsa.
Perché sviluppare il turismo potrebbe modificare la bilancia di un’economia basata per ora principalmente sul petrolio e portare investimenti internazionali. “Il turismo è il nuovo petrolio” si sottolinea da più parti e sotto questo aspetto, l’Arabia Saudita ha molto da offrire. Come Mada’in Salih, il sito archeologico che assomiglia a Petra, costruito dagli stessi nabatei con 111 tombe scavate nella roccia e decorate, o la costa del Mar Rosso orlata da una barriera corallina intatta dove sta per prendere avvio il progetto Red Sea Project, la creazione di una meta turistica lussuosa ed ecosostenibile su un arcipelago di 90 isole. Ma c’è anche il cuore storico di Jeddah e la Mecca, se sarà possibile visitarla.

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