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Trump vs Clinton, l’elezione che può cambiare il turismo Usa

“Molte cose potrebbero cambiare, così come tutto può rimanere com'è: è difficile fare previsioni in questo momento”. A pochi giorni di distanza dal testa a testa tra Hillary Clinton e Donald Trump che decreterà quale sarà il futuro successore di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti,  Olga Mazzoni, presidente di Visit Usa Italia, prova a tracciare gli scenari possibili per il turismo americano dopo l’8 novembre.

Se il prossimo presidente dovesse essere Trump “bisognerà capire che tipo di posizione adotterà sugli ingressi internazionali, se aumenteranno o meno i controlli di sicurezza e cosa vorrà fare del brand Usa: per lui avrà ragione di continuare a esistere?”.

Di sicuro, prosegue Mazzoni, è terminato il periodo nel quale l'avversione per l'uno o l'altro candidato potevano determinare la scelta di acquisto di un viaggio negli Sates: ora per sapere cosa cambierà davvero occorre aspettare l'Election Day.

L'industria del turismo è schierata
Tuttavia, nei mesi scorsi l’industria del turismo americano si è già espressa, anche se non esplicitamente, contro il candidato repubblicano e a sostegno della Clinton. “Non faccio nomi – aveva dichiarato il presidente della Us Travel Association, Erik Hansen -, ma c’è un candidato alla presidenza Usa che sta parlando di costruire muri e tenere gli stranieri lontani dal nostro Paese. Non succederà: se dovesse vincere lui faremo pressioni sul Governo americano perché mantenga il nostro Visa Waiver Program”.

“Si tratta - aveva aggiunto - di una vera e propria minaccia per l'inbound statunitense. Il nostro compito è di fare lobby al Congresso, per far capire ai politici la realtà della situazione e aiutarli ad attuare politiche intelligenti in materia di inbound”. O.D.

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