"L'input che ci arriva dall'head office di Paapete è inequivocabile: promuovere a livello internazionale la ricettività alternativa". L’account manager Italia di Tahiti Tourisme, Gabriele Cavallotti (nella foto), spiega con queste parole una delle strade che l'ente intende percorrere sul mercato italiano per intercettare nuovi target di clientela.
"L'obiettivo - specifica - è di spingere la promozione delle cosiddette ‘pension de famille’ e di isole meno note, come ad esempio Huahine e Maupiti, dove accanto all’ospitalità alberghiera tradizionale vi è quella delle guest house e dei b&b a conduzione familiare".
La certificazione dell'ente
Su questa tipologia di ricettività interviene direttamente Tahiti Tourisme che attribuisce alle pension de famille una certificazione che ne attesta gli standard qualitativi “in linea con un tre stelle – specifica Cavallotti -. Si tratta di strutture gestite nella maggior parte dei casi da famiglie francesi emigrate o anche italiane, che oltre ad assicurare livelli di ospitalità adatti alla clientela europea consentono un maggiore contatto con la vita delle isole, evitando l’isolamento del resort all inclusive”.
Target differenziati
Un tipo di sistemazione adatta a uno dei target di riferimento della Polinesia francese, quello che l’ente definisce “gli avventurosi alla ricerca del nuovo e dell’inesplorato”, ma che può rappresentare una soluzione interessante anche per gli honeymooner: “Non vogliamo certo spingerli a rinunciare a dormire negli overwater bungalow, da sempre il sogno di tutti i neosposi - chiarisce Cavallotti -, ma suggeriamo agli adv di proporre loro, in un viaggio in Polinesia, anche qualche notte in una guest house, magari in un’isola meno nota del Paese, per avere un panorama più completo della ricettività della destinazione. Un’idea condivisa dai t.o, dal momento che tutti le hanno inserite in programmazione”.
