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Colosseo chiuso, venerdì rischio di un nuovo sciopero

Il Colosseo chiuso per sciopero è una brutta immagine d'Italia che sta facendo il giro del mondo e venerdì prossimo si rischia un nuovo stop.

È iniziato giovedì scorso, 20 giugno, il calvario dei turisti sottoposti alle code sotto il sole di Roma, in attesa che le assemblee sindacali proclamate dai lavoratori terminassero. Due i nodi della questione che spingono i dipendenti a protestare: il mancato pagamento degli stipendi e l'impossibilità di coprire i turni con un organico di soli 41 dipendenti. Una situazione in stallo, che ha provocato l'eclatante forma di protesta.

Le prime risposte cominciano ad arrivare: "Non può più accadere che i nostri beni culturali siano chiusi – dice il ministro dei Beni culturali e Turismo Massimo Bray - così come non deve succedere che non si riconoscano ai lavoratori i loro diritti'', promettendo di trovare le risorse necessarie per permettere ai lavoratori di essere pagati per assicurare il servizio di apertura dei monumenti. Bray ha fissato un incontro con i sindacati l'8 luglio prossimo, ma fino ad allora non sono esclusi altri giorni di fermo.

Domenica scorsa, secondo giorno di protesta, il sindaco Ignazio Marino ha fatto intervenire la protezione civile per portare acqua ai turisti sotto il sole. "È un danno d'immagine enorme" dice Andrea Costanzo, presidente di Fiavet Lazio. "Pur comprendendo le motivazioni che hanno spinto i lavoratori a indire queste assemblee - ha spiegato Costanzo -, esprimiamo tutto il nostro disappunto per il disagio arrecato ai turisti e agli operatori del settore".

Una posizione condivisa da molti esponenti del mondo del turismo: “Rispettiamo i diritti dei lavoratori, ma quelli dei cittadini e dei turisti non sono meno importanti – dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca -. In un Paese come l'Italia, le attività a servizio dei turisti devono essere considerate servizio pubblico essenziale e questi episodi costituiscono un gravissimo danno d’immagine per Roma e per l’Italia".

Bocca chiede un intervento urgente del ministro Bray.

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