Ultimo aggiornamento alle 10:19
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Piano strategico
del turismo
priorità di Letta

Un'industria dal 136 miliardi l'anno che rappresenta l'8,6 per cento del Pil nazionale.

Questa è la fotografia del turismo scattata dal Piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, fortemente voluto dall'ex ministro Piero Gnudi e che traccia una road map che il Governo Letta dovrà approvare.

La Repubblica, su Affari e Finanza, dedica un ampio servizio al Piano strategico e alle 7 linee guida su cui si articola la strada maestra per far diventare il turismo uno dei motori economici trainanti del Paese. Secondo Massimo Bergamini, coordinatore del gruppo di lavoro che ha realizzato il Piano, applicando queste linee "a regime, entro il 2020, il settore potrebbe crescere di altri 30 miliardi e dare lavoro a 500mila unità, soprattuto giovani e soprattutto al Sud".

All'interno del servizio si illustrano le linee strategiche per il rilancio, partendo dalla governance del comparto, in Italia affidata alle Regioni, e sulla quale si sta creando un empasse. Da un lato, infatti, le stesse regioni sentono la necessità di un coordinamento sovraterritoriale, ma senza ledere i diritti degli enti intermedi.

Un ruolo importante almeno nella promozione unitaria del Paese lo potrebbe avere l'Enit: secondo il piano va valorizzato (anche in termini di risorse economiche – di 17 milioni di budget più di 15 vanno per mantenere la struttura) e le sue competenze dovrebbe essere estese anche alla promozione del turismo interno.

Dal punto di vista della comunicazione, in modo particolare per la presenza sul web, il Paese è arretrato, tanto da non essere in grado di valorizzare neppure le opportunità di lavoro che le aziende sono in grado di offire.

Altra nota dolente è la mancanza di accordi strutturati con i tour operator internazionali, un dato che comporta la perdita di share su alcuni settori. Il servizio di Repubblica evidenzia, ad esempio, il fenomeno eclatante del turismo religioso: l'Italia attrae solo il 30 per cento dei flussi di turismo religioso, un dato clamoroso considerata la presenza del Vaticano a Roma.

Il Piano prevede, inoltre, l'incentivazione degli investimento sia italiani che esteri, con trattamenti fiscali differenziati e il rinnovo delle strutture ricettive, obsolete e inadeguate. Su questo punto interviene Gabriele Burgio, presidente di Alpitour: "Bisogna partire dall'ascolto del mercato per capire come migliorare la nostra offerta - dice -. L'Italia è un Paese desiderato ma non sempre scelto, occorre capire cosa vogliamo essere e lavorare intensamente per ottenerlo".

Altro tema caldo è quello dell'aumento di voli diretti sulle diverse destinazioni del Paese. Sul tema dei collegamenti si apre anche la dolente nota delle infrastrutture della Penisola, un buco nero italiano che va risolto al più presto per permettere lo sviluppo economico tout court per il Paese.

Ultima linea sulla quale il Piano si concentra è la necessità di una formazione a livello universitario per il comparto, per creare competenze e figure qualificate per la gestione delle aziende.

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