Ultimo aggiornamento alle 14:21
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La modifica del Titolo V non passa l'esame delle Regioni

Le Regioni alzano le barricate sulla modifica del Titolo V della Costituzione.

Nel documento consegnato dalla Conferenza delle Regioni al ministro del Turismo Piero Gnudi, l'analisi del Piano strategico è diventata strumento per togliersi dalle scarpe qualche sassolino relativo alla modifica del Titolo V e alla governance del turismo in particolare.

"Vanno definitivamente accantonate – si legge nel documento - le dispute in merito alle attribuzioni costituzionali con riferimento alla cosiddetta 'competenza esclusiva'". In buona sostanza, dice la Conferenza delle Regioni, giù le mani dalla competenza regionale in materia di turismo. Tanto è vero che si legge ancora: “Si ritiene non utile, anche in termini di miglioramento dell’efficacia della governance del turismo, pensare ad una revisione del Titolo V della Costituzione che renda il turismo materia a legislazione concorrente tra Stato e Regioni, soprattutto in presenza di validi strumenti di concertazione Stato-Regioni cui far ricorso fin da subito".

La stoccata finale riguarda l'eventuale passaggio del Ministero del Turismo da 'senza portafoglio' a 'con portafoglio', ossia la sua trasformazione in un ministero vero e proprio. "L’idea di riportare in capo ad un Ministero la regolamentazione e l’incentivazione del settore – chiude duramente il documento - è da ritenersi anacronistica e inopportuna".

"In questa fase di riorganizzazione e di proficuo lavoro sulle politiche del turismo - scrivono infatti le Regioni - riteniamo fuorviante condurre una discussione sulle competenze tra Governo centrale e sistema regionale, così come desta forti dubbi che nel Piano Strategico si faccia richiesta di un Ministero con portafoglio".

Leggi anche: regioni, Piero Gnudi
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