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Balneari: il decreto del Governo non piace alle categorie

Il Governo presenta il decreto sulle concessioni demaniali e subito si scatena la bufera, con le associazioni di categoria che contestano il testo prodotto.

Il decreto prevede, infatti, che le concessioni demaniali marittime vadano a gara (le Regioni entro il 31 dicembre 2014 dovranno definire i bandi) e che la durata sia non inferiore a 6 anni e non superiore a 25 anni per le spiagge e non inferiore a 30 anni e non superiore a 50 per i porti turistici.

"Viste le rimostranze e le spiegazioni profuse dalle associazioni di categoria riguardo l’argomento – sottolinea Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo Confesercenti - viene il sospetto che più che necessità normativa, ci sia la ferma volontà di non capire e di proseguire verso una strada che manda in crisi gli attuali concessionari congiuntamente a tutto il mondo del turismo balneare".

Secondo Albonetti, infatti, l'asta delle spiagge sarà deleteria per gli investimenti nel segmento balneare: "Chiediamo con forza quantomeno una sanatoria che permetta l’allungamento dell’attuale periodo concesso di almeno 25/30 anni – dice -. Questo, per dare il tempo a chi ha investito, ossia a quasi tutti gli attuali concessionari, di ammortizzare gli investimenti".

Le associazioni puntano, infatti, al modello della Spagna, che ad inizio ottobre ha ottenuto una deroga alla Bolkestein per estensione concessioni fino a 75 anni.

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