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Gnudi scrive: "Il Piano del turismo, un'opportunità"

Non manca l'appuntamento con la Giornata Mondiale del Turismo il ministro Piero Gnudi.

Il titolare del dicastero prende carta e penna e lancia, dalle colonne del Sole 24 Ore, il Piano strategico che presto sarà presentato al Governo.

Gnudi analizza la situazione a livello mondiale, europeo e nazionale e non si nasconde dietro un dito: il Paese ha perso in competitività e, di conseguenza, in quote di mercato. La diagnosi del ministro è chiara: "Le cause della perdita di competitività – scrive - sono tante: strutture alberghiere non sempre conformi alle odierne esigenze del mercato, carenza di infrastrutture, inadeguata formazione professionale. Io credo però che la causa principale risieda nel fatto che il turismo non è mai stato considerato un'importante leva di sviluppo e di crescita occupazionale. Per di più la governance del settore rende difficile ogni intervento, anche se negli ultimi mesi abbiamo trovato un nuovo spazio di collaborazione tra Governo e Regioni, che si presenta molto promettente per le cose che potranno essere fatte già nel prossimo futuro".  

Il piano nazionale viene presentato come un'opportunità: "Abbiamo sviluppato per la prima volta in Italia un Piano strategico nazionale del turismo, nel quale sono analizzati in profondità i problemi e individuate numerose proposte per risolverli – scrive ancora il ministro -. Questa è un'opportunità che il Paese non può perdere, soprattutto oggi, sia perché considerando gli attuali tassi di crescita non è difficile arrivare in pochi anni a generare alcune centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e contribuire in modo significativo alla crescita del Pil, sia perché attraverso il turismo potremmo concorrere alla costruzione e consolidamento di relazioni con altri Paesi, ma - soprattutto - perché questa è l'ultima chiamata per il Sud."

Insomma, investire nel turismo, ma farlo bene. "Oggi abbiamo l'imperativo morale di affrontare questo tema con gli strumenti della politica industriale – conclude in ministro -, senza alibi e senza pensare che alcune cose non si riescano a fare. Abbiamo l'obbligo di credere che con uno sforzo serio e con la collaborazione di tutti (Stato, Regioni, Enti Locali, Associazioni, Operatori finanziari, Imprese, Università), sia possibile valorizzare meglio le ricchezze dell'Italia che tutto il mondo ci invidia".

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