Ultimo aggiornamento alle 10:23
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Le Regioni soddisfatte per la sentenza della Corte Costituzionale

Sono state Veneto, Toscana, Umbria e Puglia gli artefici dello stop al Codice del turismo.

Le quattro Regioni, infatti, hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale affermando un principio fondamentale: la questione di illegittimità di diverse norme contenute nel Codice, che andavano a ledere la competenza regionale in materia di turismo.

Fra gli articoli bocciati, oltre alla S.c.i.a, anche quello che estendeva il servizio di ristorazione nelle strutture ricettive anche ai non alloggiati e quelli riferiti alla classificazione analitica delle strutture ricettive alberghiere, paralberghiere, extralberghiere  ed all’aperto.

"Giustizia è stata fatta, rapidamente e così come doveva essere" è il commento lapidario dell’assessore al Turismo del Veneto, Marino Finozzi. "Con quel codice – ha detto ancora Finozzi - il Governo interveniva in materia di turismo, che la Costituzione affida in via esclusiva alle Regioni. E non si trattava solo di questioni di interferenza indebita, perché c’erano anche indicazioni in controtendenza rispetto alle nostre disposizioni regionali".

Soddisfazione è stata espressa anche dall'assessore al Turismo dell'Umbria, Fabrizio Bracco: "I conflitti di competenza sollevati dalle Regioni sono motivati non solo dalla doverosa difesa dell’autonomia delle istituzioni locali – ha detto -, quanto dal fatto che la tutela di questa autonomia è utile per intervenire con una migliore conoscenza della realtà e quindi con maggiore efficacia nei problemi dei cittadini e delle attività economiche", mentre Cristina Scaletti, assessore al Turismo della Toscana, ha sottolineato come "questa sia una buona notizia anche per gli operatori del settore – ha detto -, che hanno così la certezza di avere nella Regione un interlocutore forte e competente in una materia così rilevante. È una sentenza che ci fa ben sperare per il futuro".

Leggi anche: Toscana, umbria, Puglia, Veneto
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