Ultimo aggiornamento alle 08:04
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Dilemma Puglia,
i conti non tornano:
risultati sotto le attese

La Puglia è davvero la meta più ambita dagli italiani che decidono di trascorrere le vacanze nel nostro Paese? Sembrerebbe proprio di sì, almeno analizzando i dati della ricerca condotta da Confcommercio con Swg.  

Tuttavia, le nubi sull’estate pugliese non mancano, come rileva Beppe Ormas, presidente di Fiavet Puglia: “Se si analizzano i primi dati, il quadro generale del settore turistico quest'anno sembra sorridere. Ma andando più a fondo, non è proprio così. Escludendo la settimana di Ferragosto, ci sono molte promozioni in giro, il che vuol dire che non c'è il tutto esaurito. Non siamo decisamente ai periodi pre-Covid. Dal mio osservatorio privilegiato, posso dire che le vendite sono rallentate da circa un mese. L'unico motivo, soprattutto in agosto, sono i soldi: o non ci sono, o c'è il timore che finiscano. Naturalmente, sono le mie prime sensazioni, in attesa di conoscere i dati ufficiali”.

“Molti miei clienti che scelgono la Puglia – aggiunge Ormas – si lamentano dei prezzi troppo alti dei servizi accessori a fronte di una qualità scadente. Manca, molte volte, la proporzione tra quel che si pretende e quel che si offre: si può chiedere anche una somma elevata per un posto al sole, ma ne deve valere davvero la pena. E i turisti questo lo comprendono molto bene".

La situazione complessa viene rimarcata anche su Repubblica, che sottolinea come il caro prezzi e i contagi da Covid in luglio abbiano frenato l'arrivo di famiglie e giovani italiani in Puglia. Mentre il Barese e la Valle d'Itria sembrano non risentire degli effetti di pandemia e crisi energetica, nelle località balneari del Salento e del Gargano invece si stima un 15 per cento in meno di prenotazioni nelle strutture più accessibili, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A segnalare il caso è stato il presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce, Giovanni Serafino: "Ci sono zone della Puglia che stanno lavorando bene come il Barese e la Valle d'Itria, mentre si è registrato un calo nel Salento e sul Gargano, quindi in quelle zone della Puglia che lavorano maggiormente con la clientela italiana sul turismo balneare. La situazione è migliore per chi lavora con il mercato internazionale". Le strutture più colpite, cioè quelle del turismo più economico, secondo le stime di Serafino non andrebbero oltre il 60-65 per cento di camere occupate, in media.

Insomma, poteva andare molto meglio, viste le aspettative. Non a causa di una perdita di appeal per il brand Puglia o quello del Salento - sono tantissimi i turisti stranieri in arrivo - ma proprio per una serie di fattori che hanno scoraggiato le famiglie italiane, in primis un più 20 per cento stimato sui prezzi delle camere anche per l'aumento dei costi energetici che devono sopportare le stesse strutture.

Situazione riconfermata anche dal Corriere della Sera, che rivede le stime sui flussi di luglio alla luce di un calo attorno al 25-30 per cento. Servizi inadeguati alle esigenze del vacanziere, prezzi inutilmente elevati e accoglienza non corrispondente alle aspettative le ragioni che potrebbero aver indotto la flessione.  
Non stupisce quindi che l’agenzia inglese Post Office Travel Money collochi la Puglia tra le mete turistiche più care al mondo, segnalando al contrario Sorrento fra le mete balneari più economiche d’Europa. Post Office indirizza le scelte dei turisti inglesi e, in questa classifica, omologa le varie mete in base a un carrello della spesa che comprende otto voci. La più cara è Reykjavik, seguita da Barbados, Dubai e Caraibi. La Puglia è decima, con una spesa media singola di 126,25 euro.

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