Ultimo aggiornamento alle 12:01
|

Wedding planner col fiato sospeso: “Senza un protocollo il business è in bilico”

di Stefania Galvan

"Il tempo sta scadendo: per non perdere del tutto il business e poter salvare almeno gli eventi italiani abbiamo bisogno entro marzo di un protocollo univoco e ufficiale".

La wedding planner Cira Lombardo (nella foto) – oltre 500 matrimoni organizzati in 15 anni di attività – dà voce al grido di tutta una categoria: senza l’autorizzazione governativa il comparto, piegato da un anno di stop, non potrà ripartire nemmeno la prossima estate.

L'eterno rinvio
"Le proposte di protocollo sono sul tavolo dell’esecutivo già da mesi – lamenta – ma finora non abbiamo avuto il via libera e il problema è che il nostro settore ha bisogno di programmazione. Siamo stati già costretti a rinviare due volte la maggior parte delle cerimonie e non possiamo permetterci un’ulteriore proroga”.

Se, infatti, il 2020 è stato tutto compromesso, sono saltate anche le riprotezioni previste per la primavera del 2021 e ora è l’estate a essere a rischio. “I clienti svizzeri, belgi e irlandesi stanno resistendo, non hanno cancellato le prenotazioni in attesa di poter finalmente vivere la loro cerimonia quest’estate. Idem per gli italiani, per i quali abbiamo ipotizzato di organizzare il matrimonio tra agosto e settembre, anche se c’è qualche ottimista che spera di poter realizzare l’evento già tra maggio e giugno. Per ora, però, siamo nel campo delle ipotesi, abbiamo bisogno di certezze per poter ripartire”.

Il blocco dei mercati long haul
Una ripartenza che, anche se dovesse avvenire nei prossimi mesi, sarà comunque parziale perché i mercati long haul, fondamentali per questo tipo di business, sono ancora del tutto bloccati: “Le richieste da Stati Uniti, Australia e Canada sono ripartite - sottolinea Lombardo -, ma per concretizzarle temo dovremo aspettare fino al 2022”.

Una grave perdita, se pensiamo che il budget medio per un solo evento che coinvolga una quarantina di persone oscilla dai 60 agli 80mila euro. “Per gli italiani la cifra è simile - spiega Lombardo -, perché gli invitati sono in genere di più, almeno un centinaio, ma l’evento dura un solo giorno contro i due-tre degli sposi internazionali”.

Una cosa è certa: difficilmente in tempi brevi si potrà ritornare a matrimoni come quelli degli indiani: “Nel 2019 – ricorda la wedding planner – abbiamo organizzato un evento per 800 invitati, ma raramente si spostano in meno di 400 persone”.
Se gli indiani prediligono la Puglia e la Toscana e i russi la Sardegna e il lago di Como, la Campania è il buen retiro degli americani, il principale mercato della wedding planner: “Per il 2022 – anticipa – contiamo molto sul richiamo di Procida Capitale italiana della Cultura, una spettacolare vetrina internazionale che avrà ripercussioni dirette anche sulla vicina Ischia: le richieste stanno già arrivando”.

Leggi anche: Wedding destination
/* */

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook


Torna su
Chiudi