Ultimo aggiornamento alle 11:43
|

Coronavirus, perché l’Italia non può abbandonare il turismo cinese

Voli sospesi, hotel chiusi, itinerari bloccati: sono le ripercussioni del coronavirus sull'industria turistica mondiale. La grande epidemia ha bloccato arrivi e partenze da e verso la Cina, mettendo in crisi diverse aziende che ultimamente avevano investito in modo importante sulla destinazione. Eppure, nonostante tutto sembri remare contro, è proprio questo il momento di non mollare la presa sui turisti cinesi.

L'appello di CTrip
L'ha spiegato molto bene Coley Dale, senior director for strategic partnerhips di CTrip Group, nel corso di un incontro alla Bto di Firenze: "Sappiamo che la domanda si abbasserà a breve termine e ci saranno diverse cancellazioni, ma tutto questo finirà e allora le richieste scoppieranno. È successa la stessa cosa con la Sars: al termine dell'epidemia c'è stato un picco di domanda". Anzi, aggiunge, "è proprio questo il momento di investire in comunicazione e marketing, perché milioni di cinesi sono bloccati a casa, con smartphone e tv accesa".

WeChat
Non è un caso che la Regione Toscana stia continuando a investire sul pubblico cinese: "Abbiamo mantenuto aperti i canali - conferma Francesco Palumbo, direttore di Toscana promozione Turismo -, manifestando solidarietà all'ambasciata cinese a Roma e stringendo un accordo con CTrip per tradurre i contenuti culturali sul loro portale sottoforma di proposta turistica vera e propria".

L'ente toscano ha siglato anche una partnership con WeChat: così, aggiunge Enrico Plateo, head of Europe di Tencent IGB (a cui fa capo WeChat), "offriamo all'utente cinese tutto quello di cui ha bisogno quando visita la Toscana, facendo in modo che diventi un'esperienza del territorio".

Leggi anche: Cina
/* */

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook


Torna su
Chiudi