Ultimo aggiornamento alle 11:56
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Banche dati e codici: il turismo finisce sotto la lente del Fisco

La nascita del codice identificativo delle strutture ricettive promossa dal ministro Centinaio e portata a compimento con l’approvazione del decreto Crescita non è che un ulteriore tassello di una politica che vuole sempre più far emergere i ricavi della ricettività e monitorare le presenze nelle strutture di ospitalità del nostro Paese.

Accanto alla banca dati che verrà infatti istituita presso il Mipaaft, con il codice identificativo che ogni struttura ricettiva dovrà usare per le sue offerte e promozioni, nel decreto Crescita è inoltre previsto che il Ministero dell’Interno comunichi all’Agenzia delle Entrate i dati risultanti dalle comunicazioni ricevute dagli alberghi attraverso il portale ‘Alloggiatiweb’. Questi dati, che gli albergatori sono obbligati a comunicare e per i quali richiedono i documenti a chi alloggia in struttura, saranno trasmessi al Fisco, che potrà utilizzarli per verifiche per eventuale evasione fiscale.

Non solo: l’Agenzia delle Entrate trasmetterà i dati anche ai Comuni, per consentire le verifiche sulla tassa di soggiorno.

E proprio sui dati dei clienti si sta in questi ultimi giorni concentrando l’attenzione: nel decreto Sicurezza bis, che è all’esame delle commissioni delle Camere, si prevede infatti che la trasmissione delle generalità al Ministero sia effettuata prima di consegnare le chiavi delle camere ai clienti. Un tema sul quale Federalberghi ha espresso numerose perplessità in audizione e che ancora deve essere chiarito.

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