Ultimo aggiornamento alle 08:08
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Come sono cambiati
i cinesi in viaggio:
tutti i miti da sfatare

È il più grande bacino di outgoing del mondo, con un totale di viaggi all’estero che, nel 2020, potrebbe arrivare a toccare la quota di 160 milioni. Il mercato cinese è una vera e propria miniera d’oro per le destinazioni occidentali, dal momento che il 70% dei cinesi viaggia con famiglia e amici e, per spostarsi, stanzia la spesa più alta tra tutti i turisti del pianeta. Spesa che, nel 2020, potrebbe arrivare a superare i 315 miliardi di dollari l’anno.

Modelli in evoluzione
Parallelamente alla continua crescita dei numeri, i turisti cinesi stanno subendo cambiamenti significativi nelle loro preferenze di viaggio, nei comportamenti e nei modelli di spesa.

Per questo gran parte dei luoghi comuni validi per questo mercato fino a un paio di anni fa, ora non possono più considerarsi tali. A sottolinearlo è McKinsey, che ha stilato un report sui nuovi trend del turismo cinese destinato a sfatare una serie di miti.

Basta shopping, meglio la natura
Il primo è che lo shopping sia il principale driver del viaggio dei cinesi: non è più così, dal momento che le attrattive naturalistiche stanno soppiantando quelle degli acquisti sfrenati nella scelta delle motivazioni principali di un viaggio all’estero, soprattutto nel caso di mete long haul.

I veri amanti dello shopping, infatti, secondo lo studio McKinsey viaggiano alla volta di Hong Kong e Macao, grazie alla facilità di accesso senza visto e alla lingua comune. Il 65% degli intervistati, però, preferisce allo shopping l’esperienza a contatto con la natura.

Trionfa il long haul personalizzato
Altro luogo comune è che i cinesi vogliano generalmente fare viaggi a corto raggio: si prevede, infatti, che nei prossimi anni metà dei loro spostamenti sarà a lungo raggio, quindi anche in Europa con particolare interesse per l’Italia.

Sta inoltre tramontando il tempo dei viaggi di gruppo: questa tipologia di spostamento sta infatti perdendo terreno a favore dei pacchetti personalizzati e flessibili. Secondo il report McKinsey, infatti, i self guide tour sono scelti dal 44% dei giovani viaggiatori dai 20 ai 24 anni, mentre solo il 4% opta per i viaggi di gruppo dai 10 ai 20 partecipanti. Si tratta, perlopiù, di turisti anziani, che non conoscono l’inglese e, per questo, sono restii al viaggio in autonomia. Per questo ben il 30% dei turisti dai 60 anni in su opta per i tour di gruppo.

L'amore per le altre cucine
Altra falsità è che preferiscano la loro cucina: la condivisioni di esperienze culinarie su WeChat contribuisce, infatti, all’aumento del desiderio di sperimentare nuove cucine, tanto che il 34% degli intervistati indica il buon cibo come uno dei driver nella scelta della meta del proprio viaggio.

No ai contanti
Per i viaggi in Europa i cinesi si appoggiano a servizi come Expedia e TrpAdvisor e tendono a evitare sempre più i pagamenti in contanti; per i viaggiatori con meno di 45 anni di età Alipay e WeChat Play sono di uso normale.

E per scegliere la destinazione della loro vacanza? Non si affidano più di tanto, come si pensa, alle agenzie di viaggi, bensì ai suggerimenti di famigliari e amici e, per il booking, scelgono sempre di più i siti delle Ota: solo il 3% degli intervistati usa le app internazionali per prenotare il proprio viaggio all’estero.

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