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Puglia, turisti in calo
la verità degli albergatori

di Cristina Peroglio

“Non c’è un caso Salento. Direi piuttosto che c’è un caso Gallipoli e che riguarda principalmente un turismo che non passava attraverso le strutture regolari”. È netto Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia, nella sua analisi sulla situazione che da qualche giorno sta emergendo sulle coste del tacco d’Italia: il Salento lamenta un netto calo degli arrivi, trascinato verso il basso dallo stop alla movida di Gallipoli. In sostanza, la città ha visto la chiusura di una serie di locali che attiravano un grande flusso di giovani.

“Il tema è che non si diventa Ibiza dall’oggi al domani – dice Caizzi -. Per crescere come capitali del divertimento bisogna mettere in piedi un modello che funziona. In questo caso, quello che era nato non era legale, e creava fra l’altro non pochi problemi di ordine pubblico”.

Secondo il presidente degli albergatori, non c’è una ‘questione Puglia’. “L’alberghiero è in linea con i numeri dello scorso anno – spiega -. Certo, eravamo abituati a crescere del 20% anno su anno, e invece questo 2018 presenta un andamento meno spinto, con alcune aree in calo e altre in forte crescita, ma noi come imprenditori avevamo ben presente la situazione e sapevamo che era in atto la riapertura di alcuni mercati, come quello del Nord Africa, che fino allo scorso anno era off limits”.

Insomma, ridimensiona la questione e cerca di chiarire chi sono le vere vittime della situazione: “Chi si lamenta è chi affittava le seconde case, magari anche senza essere del tutto in regola – aggiunge Caizzi – e probabilmente questo rallentamento non è del tutto negativo, perché permette un momento di ripensamento e di riflessione su come e cosa migliorare della nostra offerta”.

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