Ultimo aggiornamento alle 14:28
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Sardegna, via a un nuovo modello turistico

Far diventare il sistema turistico sardo un network dove offerte e servizi siano connessi, organizzare un modello di promozione e marketing anche digitale, definire prodotti che arricchiscano la proposta in modo sostenibile, favoriscano nuove stagionalità e presentino la destinazione Sardegna su altri mercati. Sono i punti principali del documento finale della Conferenza permanente del Turismo, integrato, riporta hotelmag.it, nel nuovo Piano strategico del Turismo della Regione.

“Sviluppo a lungo termine è il ragionamento giusto da fare – ha affermato il governatore Francesco Pigliaru -. Il Piano strategico ci permette di guardare in prospettiva, scegliere il tipo di turismo che ci serve davvero. È cruciale poter scegliere tra i turisti quelli che già apprezzano la nostra qualità ambientale, paesaggistica e culturale. Non sono moltissimi nel mondo ma ci sono, soprattutto nei Paesi più ricchi, e noi dobbiamo raggiungere questo potenziale realmente interessato all’esperienza Sardegna e disposto a spendere per viverla”.

Un documento strategico realizzato attraverso la condivisione con tutte le realtà che si occupano di turismo in Sardegna, in modo da valorizzare la peculiarità dei territori e la loro complementarità. È quanto sottolineato da Barbara Argiolas, assessora regionale a Turismo, Artigianato e Commercio: “L’esigenza è quella di definire gli obiettivi per i prossimi tre anni, perché dobbiamo affiancare altri attrattori e altre stagionalità al turismo balneare, puntando sul turismo di qualità e creando una filiera di proposte sostenibili non solo dal punto di vista ambientale ma anche di quello economico e sociale”.

Il documento finale è stato illustrato da Josep Ejarque, coordinatore del percorso di nascita di ‘Destinazione Sardegna 2018-2021’ e della costituzione della Dmo regionale, che ha sottolineato l’esigenza di un cambio di modello di sviluppo e del marketing per promuoverla. “Quello della Sardegna non è ancora un sistema turistico vero e proprio, perché frammentato – ha detto il manager -. Bisogna invece puntare a una rete di offerta dei servizi e dei prodotti turistici che permetta di avere varietà di alternative, disponibilità di informazioni e qualità dei servizi forniti”.

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