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La Cina svela i tesori del Sichuan

di Claudiana Di Cesare

Dopo lo Yunnan, è la volta del Sichuan. Sulla regione più popolosa della Cina - con oltre 80 milioni di abitanti - si è posato lo sguardo dell’Ente nazionale del turismo cinese, che prosegue nella sua strategia focalizzata sulla promozione delle province del Sud.

Una terra estremamente interessante dal punto di vista naturalistico, che offre ai visitatori una versione inedita della Cina; una meta perfetta anche per chi ama gli aspetti etno-antropologici e culturali di un viaggio nel Paese del Dragone.

Scenari naturali mozzafiato
Situata a Sud-Ovest, ai piedi del Tibet, la provincia è circondata da contrafforti irregolari, alti oltre 7mila metri, che fanno da cornice a parchi naturali, fiumi, cascate e laghi.

Le sue immense foreste di bambù sono state scelte come residenza da un ospite speciale, diventato ben presto il simbolo non solo della provincia, ma di tutta la Cina: il panda gigante.

L'85 per cento degli esemplari viventi, infatti, si trova in Sichuan, dove è possibile visitare anche il loro 'Santuario', a soli 18 km dalla Capitale. Distese di bambù e una vegetazione rigogliosa, con 6mila tipi di piante diverse, fanno da sfondo a questa zona protetta e centro di ricerca all’avanguardia, che si preoccupa della creazione di condizioni favorevoli alla riproduzione e allo sviluppo di questi animali in pericolo d'estinzione.

Oltre al Santuario, ci sono altri cinque siti inseriti nella World Heritage List Unesco, tra cui il Parco Naturale di Jiuzhaigou, che racchiude al suo interno scenari particolarmente suggestivi: sentieri che si snodano nelle foreste di conifere, laghi di un blu che sembra quasi innaturale, valli e cascate che si stagliano sullo sfondo di montagne innevate.

Altra area di indubbio interesse paesaggistico è il Parco Nazionale di Huanglong, non lontano da Jiuzhaigou.

Lungo il percorso, nello scenario maestoso dei monti Min Shan, è possibile scorgere cascate e laghetti calcarei a terrazza, dalle sfumature azzurre, turchesi e verdi che, grazie alla presenza di carbonato di sodio, cambiano colore nel corso della giornata e digradano anche in calde sorgenti sulfuree.

Tra passato e presente
Ricca di verde anche la capitale della provincia e il centro economico della regione, Chengdu, ‘la Città dell’ibisco’. Piantati lungo le mura durante il periodo delle Cinque Dinastie, questi fiori incorniciano, ancora oggi, le strade e i giardini del centro.

La Cina è notoriamente un caleidoscopio in cui modernità e tradizione si uniscono e si sovrappongono e Chengdu, con i suoi contrasti, permette di rivivere, in piccolo, questa magia.

Nonostante il crescente sviluppo edilizio e il quotidiano fermento cittadino in cui è avvolta la Capitale, nelle strade di Chengdu si respira ancora un fascino dal sapore antico, grazie alle botteghe tradizionali aperte sulla strada o alle antiche case da the che, da 3mila anni, rappresentano il fulcro della vita sociale di quartiere.

Imperdibile la tappa al Parco del popolo in cui, davanti a una tazza di infuso al profumo di fiori, è possibile sbirciare momenti di rilassata vita cittadina, osservando le tante persone che danzano, cantano e praticano attività tradizionali come il taichi.

La visita del Sichuan offre anche una marcata declinazione etno-antropologica, per via delle 53 etnie di cui è composta la popolazione, tra cui minoranze etniche antiche, come quella tibetana e la Yi. Non è quindi difficile trovare anche piccoli villaggi tibetani.

Collegamenti e ricettività
In Sichuan è presente un tessuto ricettivo di buon livello, con 21 hotel 5 stelle su un totale di 506 strutture. Inoltre, sono presenti 11 aeroporti tra cui quello di Chengdu, che rappresenta il più grande scalo aereo della Cina sud-occidentale.

Caratteristiche, queste ultime, interessanti per il mercato europeo e che hanno convinto alcuni tour operator nostrani a inserire la destinazione negli itinerari proposti come estensione da Shangai, oppure in abbinamento allo Yunnan e al Tibet.

"Oggi sono 200 i voli nazionali che collegano il Sichuan ai principali centri cinesi - spiega Alessio Rossi, direttore marketing dell’Ufficio nazionale del turismo cinese in Italia - e 21 le rotte internazionali. Ma la presenza dei turisti italiani è ancora marginale, perché è una destinazione ancora poco conosciuta".

L'interesse dell'Europa
La vocazione turistica della provincia, tuttavia, ha attirato un totale di 2 milioni e 200mila arrivi nel 2012, con un incremento del 20 per cento sull'anno prima.

Il traffico turistico verso il Paese è ancora appannaggio principalmente di un turismo domestico, ma non manca l’interesse di alcuni mercati europei.

"Il primo è quello della Germania - spiega Rossi - con 53mila presenze, seguito dalla Francia, a più 23 per cento con un totale di 52mila arrivi lo scorso anno".

A livello generale il traffico dall'Italia verso il Paese del Dragone è in crescita, avendo registrato 20mila unità in più nel 2012. "Entro la fine di quest'anno - annuncia Rossi - puntiamo a registrare un ulteriore più 7 per cento".

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