Ultimo aggiornamento alle 11:36
|

Piano Gnudi per il turismo, le reazioni degli operatori

Apre le porte anche a finanziatori, fondi di private equity e fondi sovrani il piano ministeriale per rilanciare il turismo nel nostro Paese.

Un piano che, nelle sue linee programmatiche, ottiene l'appoggio sostanziale degli operatori preoccupati, però, dell'ipotesi di rottamare i piccoli alberghi.

Al dibattito CorriereEconomia di oggi ha dedicato una doppia pagina, riportando i commenti degli imprenditori italiani e stranieri. Tra i progetti c'è quello di creare una grande catena alberghiera che aumenti la disponibilità di posti letto e possa fare economia di scala: "Un piano condivisibile - commenta Elena David, a.d. di Una Hotel -, ma davvero difficile da realizzare. Come si fa a cambiare il volto di un sistema in gran parte basato su piccole e piccolissime strutture? Forse, prima o poi si riuscirà a creare un'aggregazione tra un paio di realtà di primo piano, ma è difficile inseguire modelli di grandi poli alberghieri come quelli francesi o inglesi".

Secondo Rocco Forte, gli imprenditori che intendono investire nella Penisola sono bloccati dalle scarse infrastrutture e dai troppi vincoli burocratici: "Chi, come me, vuole fare impresa, ma deve attendere sette anni per una concessione e poi fronteggiare ogni tipo di inefficienza, è costretto a rinunciare. Io non l'ho fatto per passione e per sfida, ma non tutti ragionano così".

Erich Falkensteiner, alla guida di una piccola catena alberghiera altoatesina, è convinto che il futuro del settore sia legato alla specializzazione, "come per gli alberghi wellness, quelli dedicati alle famiglie, alle coppie, agli sportivi e così via. Le piccole strutture potranno sopravvivere solo se nicchie di eccellenza. Gli alberghetti da trenta camere non avranno più senso di esistere".

/* */

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook


Torna su
Chiudi