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RPM Proget interpreta l’ospitalità romana: “Ecco perché è diversa da tutte”

di Stefania Galvan

“L’ospitalità romana è totalmente diversa da quella di tutte le altre città turistiche italiane, ed è indispensabile esserne consapevoli prima di investire in un progetto nella Capitale”.

Roberto Antobenedetto, uno dei tre soci fondatori dello studio RPM Proget (nella foto con i soci, l'interior design Patrizia Pozzi e l'architetto Michelangelo Pepé), ha le idee chiare su quello che i turisti pretendono dalla Città Eterna: un tipo di accoglienza che abbia le radici saldamente ancorate alla tradizione ma che, nel contempo, sappia proporre idee inedite.

Milano è business, Roma è tradizione
“Mentre Milano è inserita in un contesto internazionale di business, è il regno dell’innovazione e della tecnologia, il turista che sceglie Roma si confronta quotidianamente con una moltitudine di stimoli storici e artistici, ma anche gastronomici; per questo va alla ricerca di location dall’atmosfera famigliare, ma nello stesso tempo rivisitate in un’ottica contemporanea”.

L'idea che sovverte gli schemi
Ed è da questa consapevolezza che è nato il progetto del Maalot Hotel di via delle Muratte: la strada pedonale più affollata d’Europa, che collega il Pantheon alla fontana di Trevi. Una location straordinaria per un progetto che di ordinario ha ben poco: “Più che un hotel lo definirei una residenza, più che un cinque stelle con ristorante un ristorante con camere: una struttura che non ha eguali a Roma e pochissimi altri esempi in Italia”.

Il palazzo storico che lo ospita è quello dove Gaetano Donizetti abitò per nove anni ed è proprio da una delle sue opere che trae il nome il ‘Don Pasquale’, il ristorante della struttura. “Appena si entra si accede a una sala multifunzione dove si può lavorare o sorseggiare un drink e la reception dell’hotel è in fondo, nell’ultima sala, che sembra in realtà una libreria con una scrivania. Il check-in è solo la fine del processo di accoglienza degli ospiti”. La tradizione del palazzo d’epoca si coniuga, dunque, con una tipologia di accoglienza che sovverte i canoni dell’hotel tradizionale.

Aperto lo spazio Comodo
Ed è seguendo la stessa politica di contaminazione fra tradizione e contemporaneità che è stato ultimato anche l’ultimo progetto dello studio, lo spazio ‘Comodo’: un’area di 1.000 mq. sempre nella stessa zona, a 20 metri dalla fontana di Trevi, che dà l’immagine di un mercato gastronomico al chiuso, dove però i corner di lavorazione dei prodotti tipici romani, il banco della pizza e la cucina a vista che prepara piatti della tradizione si alternano allo spazio healty e a quello dedicato al sushi.

Da Roma a Taormina
Tornando, invece, all’ambito alberghiero le idee dello studio si sono trasferite da Roma a Taormina per il nuovo progetto: il restyling totale di uno degli alberghi storici della destinazione, il Grand Hotel San Pietro. “Stiamo per iniziare il refurbishment che seguiremo sia nella fase della progettazione, sia nel coordinamento in cantiere di tutte le maestranze, come abbiamo fatto per gli altri nostri lavori - sottolinea l’architetto -. Il filo conduttore è sempre lo stesso: restare nel solco della tradizione, però innovando. Ad esempio cambieremo gli arredi delle camere, ma manterremo i pezzi originali degli inizi del ‘900; inseriremo elementi più freschi nella hall, ventilatori e complementi di arredo in rattan, ma valorizzeremo anche il materiale edile tradizionale, come la pietra locale di Taormina, aggiungendo maioliche e mattonelle artigianali ovunque, in un rimando costante al territorio che finora nella struttura mancava e la rendeva un po’ anonima, pur se lussuosa”.

I lavori inizieranno i primi di novembre, con la chiusura stagionale dell’hotel, e saranno ultimati nel giro di un paio d’anni mantenendo però l’albergo aperto da marzo in poi. “L’obiettivo vuol essere quello di dar vita un tipo di accoglienza di lusso ma fresca, giovane, fatta di atmosfera e servizi. Il lusso in formato classico, quello tutto sfarzo e opulenza, non è più di moda”.

Il prossimo passo? Lo sbarco oltreoceano con un progetto ristorativo a Miami – “un ristorante mediterraneo” come lo definisce Antobenedetto - e uno, in fase di valutazione, di appartamenti di lusso da affittare ai turisti a Cuba, nel centro dell’Avana Vecchia.

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