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Da villa patrizia a boutique hotel fiorentino: il percorso di Dimora Palanca

Un nuovo indirizzo del lusso a Firenze, nato dal restauro conservativo di una villa ottocentesca. Si chiama Dimora Palanca ed è il nuovo boutique hotel di Firenze.

“Abbiamo voluto restituire alla città e alla vita questo palazzo - spiega la direttrice Laura Stopani -, legato a un periodo di grande cambiamento di Firenze, con l’ambizione di ritrovare l’aura che lo caratterizzava: la famiglia Palanca lo aveva immaginato, infatti, come punto di incontro e passaggio di respiro internazionale. Era un nuovo luogo di condivisione e questa condivisione ruotava attorno all’arte e al senso del bello, al piacere di sentirsi protagonisti di un’inedita prospettiva su Firenze e sul mondo. E così lo abbiamo reimmaginato noi - aggiunge -, modellando la nostra idea di hôtellerie e gli spazi sulle tracce delle origini della dimora e traducendola in un orizzonte di contemporaneità che punta a far star bene chi varca la nostra soglia”.

Il restauro conservativo
Il restauro è frutto del lavoro dell’architetto e interior designer toscano di adozione Stefano Viviani. Attraverso un attento percorso di ricerca, Viviani ha fatto rinascere un palazzo che da oltre 30 anni versava in uno stato di abbandono, ritracciando l’impianto architettonico originario e riportandolo in evidenza come era stato o a cavallo tra il 1865 e il 1871, dalla famiglia Palanca.


Sono stati riportati all’antico splendore elementi come i sontuosi affreschi dei soffitti, gli stucchi, il tipico impianto pavimentale in pavé toscano, le colonne al primo piano, il marmo delle scalinate e il ferro battuto dei corrimano. Rinati anche il giardino, la vecchia cucina, che ospita ora il ristorante gourmet Mimesi, e la luminosissima Serra, con 4 delle 18 camere, affacciata sul verde e sulla città. L’edifico ospita ora anche 40 opere dell’artista toscano Paolo Dovichi.

Tra affreschi e spa private
Le camere, tutte diverse per metratura e decori, fanno rivivere l’atmosfera di una elegante dimora con elementi adattati su misura. La più grande, la Master Suite, ha una superficie di 47 mq, soffitti affrescati e un terrazzo da cui si scorgono la cupola del Brunelleschi e la torre di Palazzo Vecchio. È dotata persino di una piccola spa con bagno turco, vasta idromassaggio e doccia emozionale.

L’obiettivo dei lavori, spiega Stopani, è “bypassare lo standard alberghiero classico per creare una raffinata dimora contemporanea in cui non sentirsi ospiti di un hotel, ma parte di una città in continua evoluzione, vissuta da un punto di vista privilegiato che è, al tempo stesso, vicino e lontano da tutto”.

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