Ultimo aggiornamento alle 17:23
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Il Dl Rilancio preoccupa: Confindustria Alberghi scrive al Governo

“La bozza del Decreto Rilancio, se confermata, avrà ripercussioni gravissime e permanenti per imprese e lavoratori per questo, se non interverranno modifiche radicali, non sarà possibile riaprire le strutture”. Così Confindustria Alberghi esprime grande preoccupazione per le misure inserite nelle bozze di decreto circolate negli ultimi giorni sugli organi di stampa.

L’associazione ha inviato una lettera al Presidente Conte, ai Ministri Franceschini, Gualtieri e Patuanelli, e ai referenti delle istituzioni locali, chiedendo interventi efficaci e tempestivi a sostegno del turismo.

“Il protrarsi della crisi sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende e per questo motivo – scrive Confindustria Alberghi - nella lettera è chiesto il riconoscimento dello stato di crisi con misure immediate, ma che accompagnino le imprese nei prossimi mesi nel lungo percorso verso il ritorno ad un equilibrio economico. Un quadro di assoluta incertezza, che vede il settore alberghiero completamente fermo con più del 96% dei lavoratori in cassa integrazione”.

Le richieste
Diversi i punti critici secondo l’associazione. Confindustria Alberghi cheide “misure per traghettare le aziende almeno fino alla fine dell’anno” in materia di affitti; “un credito d’imposta anche per imprese con immobili in proprietà e superamento del limite alla deducibilità fiscale degli interessi sulla base del reddito lordo considerata la forte riduzione di quest’ultimo prevista oggi e per i prossimi anni; stralcio delle imposte relative a Imu anche a favore di tutti i proprietari di immobili che in caso di locazione potranno riconoscerlo a sconto degli affitti, Tari e Tasi e concessioni demaniali per tutto il 2020; ammortizzatori sociali disponibili almeno fino a tutto il 2021; misure specifiche per il costo del lavoro sia per i lavoratori stagionali che per i dipendenti fissi almeno fino dicembre 2021”.

E ancora regole chiare per ripartire e soluzioni urgenti sulla questione responsabilità delle imprese “per sollevare i datori di lavoro dalla responsabilità civile e penale in caso di infezione da Covid di un dipendente”.

L’associazione chiede di rivedere “la soglia inserita di 5 milioni di fatturato per i contributi a fondo perduto che di fatto lascia fuori molta parte delle imprese del settore; considerare interventi sulla liquidità, indispensabili per la sopravvivenza del settore; rivedere il Fondo turismo e Bonus vacanza che, cosi come ipotizzato – conclude Confindustria Alberghi -, risulta assolutamente inutile”.

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