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Hotel e Ota, ancora scontro sui rimborsi: la provocazione di Atr

Si inasprisce il confronto tra albergatori e Ota sul tema dei rimborsi. L’ultima provocazione arriva da Rocco Salamone, presidente di Atr (associazione degli albergatori dell’area metropolitana milanese aderente a Confesercenti Milano), che propone di “oscurare in Italia i siti delle piattaforme di prenotazione online che non stanno rispettando le norme italiane sul rimborso tramite voucher delle vacanze annullate”.

Il presidente di Atr denuncia che “molte di queste società si sono rifiutate di applicare la legge italiana concedendo il rimborso in contanti a priori, senza consultare i propri partner. Gli albergatori oggi non possono fare a meno di queste piattaforme, ma preferirebbero lavorare con chi si è comportato correttamente nei loro confronti”.

La richiesta
L'associazione si rivolge così al Governo “affinché oscuri nel nostro Paese, con provvedimento d’urgenza, i portali che non hanno rispettato la legge italiana: in questo modo chi ha approfittato della propria posizione dominante per mettere in campo azioni sleali non potrà più sfruttare la debolezza attuale degli operatori dell’ospitalità, che oggi si ritrovano con zero prenotazioni e zero liquidità per i mesi a venire”.

“Per lanciare un messaggio alle Ota - conclude Salamone - in questi giorni abbiamo valutato anche l’opzione di cancellarsi in massa dai portali, ma non possiamo chiedere ai nostri associati, spesso titolari di piccole aziende a conduzione familiare, di rinunciare alle più conosciute piattaforme di prenotazione proprio quando si avvicina il momento della ripartenza. L’unico modo per rendere il mercato equo senza creare ulteriori danni, quindi, può essere solo quello di rendere le piattaforme fuorilegge indisponibili per tutti, almeno sul territorio italiano. Da una parte sarebbe la giusta punizione per chi non rispetta le norme approfittando dei tempi lunghi della nostra giustizia, dall’altra questo è anche un modo per favorire il turismo interno e la nostra bilancia commerciale, evitando che fino al 20% del fatturato degli hotel vada in commissioni a società estere”.

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