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Crack Thomas Cook, la denuncia di Bocca: “L’Italia non fa nulla per le imprese”

"Siamo molto preoccupati per la sorte delle imprese e dei lavoratori italiani travolti dal fallimento di Thomas Cook". Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, in attesa del voto sugli emendamenti al decreto legge "crisi aziendali" che dovrebbe svolgersi lunedì in Senato, porta al centro del dibattito il fallimento del tour operator che ha lasciato anche nel nostro Paese una scia di debiti.

"Quindici giorni fa - ricorda Bocca - al tavolo convocato dal Governo, insieme alle altre organizzazioni imprenditoriali abbiamo rappresentato al sottosegretario Bonaccorsi la gravità della situazione, segnalando la necessità di intervenire con urgenza. Ci era stato assicurato che sarebbero stati utilizzati tutti gli strumenti necessari ma la Commissione V del Senato ha espresso parere contrario a tutti gli emendamenti, che sono stati presentati dai parlamentari della maggioranza e dell'opposizione. Il parere negativo riguarda anche misure in favore dei lavoratori, che non costerebbero un centesimo alle casse dello Stato, in quanto sono state già pagate con i contributi dei datori di lavoro, e misure dal costo irrisorio, volte ad evitare una beffa clamorosa, che le imprese subiranno se saranno costrette a pagare Ires e Iva su crediti che non saranno mai incassati".

Bocca fa il confronto con l’atteggiamento di altri Paesi sul crack di Thomas Cook. "Solo l'Italia sembra disinteressarsene. La Spagna ha varato un pacchetto da 800 milioni di euro per sostenere le imprese e i lavoratori. In Portogallo, lo stanziamento è di 150 milioni. Anche la Grecia ha adottato misure, che spaziano dalla cosiddetta Iva per cassa a forme di sostegno al reddito dei lavoratori".

Il presidente di Federalberghi chiede una presa di posizione da parte del ministro Franceschini: “È necessario un intervento urgente per far sì che anche le imprese ed i lavoratori italiani ricevano un concreto segnale di attenzione e non si ritrovino, ancora una volta, orfane, mentre i nostri competitor dimostrano di avere realmente a cuore le sorti dell'economia turistica".

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