“Una soluzione equilibrata che consentirà di promuovere la sicurezza delle città senza arrecare disagi ai turisti e nel rispetto delle esigenze organizzative aziendali”. Così il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca (nella foto), sull’approvazione dell’emendamento all’articolo 5 del Decreto Sicurezza bis da parte delle Commissioni I e II della Camera dei Deputati, relativo alla comunicazione delle generalità delle persone alloggiate, che i titolari delle strutture ricettive devono trasmettere alle Questure entro le ventiquattr'ore successive all'arrivo dei clienti.
Il testo originario riduceva i termini per la comunicazione, stabilendo che, nei casi in cui il soggiorno ha una durata inferiore alle ventiquattro ore, essa dovesse avvenire “con immediatezza”.
Cosa prevede l'emendamento
La nuova formulazione prevede che la comunicazione possa avvenire entro sei ore, mediante collegamento diretto tra i computer degli alberghi e il cervellone del Viminale. Una soluzione che incontra il favore di Federalberghi.
“Sino ad oggi gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità, la registrazione e la trasmissione dei dati alla Questura avvenivano in un momento successivo - spiega Bocca -. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti avrebbero dovuto invece attendere la conclusione della procedura. Nelle ore di punta, si sarebbero potute creare lunghe code e l’albergatore si sarebbe trovato di fronte a un dilemma, combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto. La soluzione che è stata adottata – conclude - realizza il giusto equilibrio, utilizzando la tecnologia per accelerare la velocità della comunicazione e assegnando un termine ragionevole per l’esecuzione di quelle operazioni che richiedono necessariamente l’intervento umano”.
