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Alberghi vs Ota: i consigli per attrarre i clienti

Alberghi sotto stretto controllo. La morsa delle Ota non si allenta, e, davanti a un dato che dice che il 74 per cento delle vendite online proviene dalle Ota, le preoccupazioni degli operatori dell’ospitalità crescono.

Il fenomeno dell’online business porta i nomi di grandi realtà come booking.com o Expedia, Tripdvisor o Airbnb. E all’Hospitality Day, in corso al Palacongressi di Rimini, scatta l’allarme. Il primo ad affrontare il problema è Francis Louis Passerini, managing director di Fastbooking per Sud Europa, Medioriente e Africa: “La crescita delle Ota può costituire un pericolo, e, se siamo davvero preoccupati, dobbiamo fare qualcosa di concreto, agire”.

Un metasearch dedicato al sito dell'hotel
Tra i suoi consigli, un booking engine e un metasearch dedicato al sito ufficiale dell’albergo. “Per attrarre clienti occorre, inoltre - suggerisce Passerini -, lanciare messaggi diversi da quelli delle Ota”.

Poi il manager suona la carica e si spinge oltre: “Le online travel agency non sono nemici, sono collaboratori che fanno bene il proprio lavoro, ma voi albergatori siete altrettanto bravi, e dovete sfoderare tutte le vostre capacità e intuizioni”.

"Monitorare costantemente i prezzi"
Arrivano anche i diktat di Salvatore Menale, hospitality marketing specialist e formatore di web marketing turistico. “Monitorare costantemente i prezzi pubblicati sul proprio sito, facendo attenzione a errori che potrebbero essere fatali, come una tariffa sbagliata e di gran lunga più alta di quella su booking.con o altre Ota”.

La ricetta di Menale sembra ricalcare il classico ‘copiare i modelli vincenti’. Sulle pagine di prenotazione, infatti, “l’ideale è pubblicare due tariffe: una non rimborsabile e una cancellabile”. Le Ota insegnano…
Silvana Piana

Leggi anche: Booking.com, Alberghi, Ota
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