Ultimo aggiornamento alle 17:20

Ho visto cose...

Francesco Zucco, giornalista di TTG Italia
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Storie di clienti, concorrenza, internet e agenzie

In un colpo solo, ho capito due cose: cosa significa veramente il proverbio ‘Di mamma ce n’è una sola’ e l’impatto della sharing economy (Airbnb, Uber eccetera) sul turismo.

L’ho compreso quando, qualche notte fa, il letto mi è sembrato improvvisamente più piccolo. Dopo anni trascorsi in camera singola’, il passaggio in camera ‘doppia’ mi era sembrato assolutamente naturale. Tollerai bene, ormai due anni e mezzo fa, anche il trasferimento alla ‘tripla’, con la nascita di Edoardo. Ma, adesso, la quadrupla mi sembrava decisamente eccessiva.

Ci misi un po’ (in piena notte il mio cervello è reattivo in maniera decisamente limitata) a comprendere come mai, all’improvviso, il letto sembrava così affollato. Mi aiutò mia moglie, ricordandomi quando, qualche sera prima, eravamo corsi in ospedale e come, qualche giorno dopo, lei sembrasse insolitamente dimagrita.

Ah, già. Da qualche giorno, con noi c’era anche Vittorio. Tre chili e quattrocento grammi di fame allo stato puro. Mi si perdoni la défaillance notturna, ma dovevo ancora abituarmi all’idea.

Nei giorni seguenti, ho avuto modo di osservare le interazioni tra il veterano e il nuovo arrivato. E lì ho capito il senso del detto ‘Di mamma ce n’è una sola’. Che vuol dire: fatevela bastare tutti e due.

La mamma è una risorsa limitata, da contendersi e conquistarsi attimo dopo attimo. Mai abbassare la guardia, mai distrarsi. Ogni secondo potrebbe essere fatale.

Dura la vita, eh?

Poi ho trovato un articolo che descriveva alla perfezione la situazione che si era andata a creare tra i due soggetti che si contendevano la medesima audience. E l’ho scovato su ilsole24ore.com.

Dando una veloce lettura, mi sono saltati all’occhio alcuni passaggi. Ad esempio:

“Molti iniziano come no profit, per motivi idealistici, per poi spostarsi verso modelli di profitto”. Già, dal primitivo ‘mamma, ti voglio bene e voglio stare con te’, si era passati velocemente a un ‘mamma, mi servi’. Dall’ideale all’utilitaristico.

E ancora:

“I sistemi di controllo a fronte di un fenomeno cresciuto con tale rapidità, sono ancora inadeguati”. In effetti, il piccolo sta crescendo a una velocità molto superiore rispetto a suo fratello maggiore. E mantenere il controllo della situazione, di fronte a un soggetto che richiede di cibarsi a ritmi da fast food nei pressi della stazione non è sempre semplice.

Ma non basta:

“La crescita compulsiva è spesso accompagnata dall'elusione delle regole”. L’autore del pezzo sembrava aver centrato perfettamente il mio caso: crescita compulsiva e, soprattutto, elusione delle regole. Perché quando la risorsa mamma è limitata dal suo essere inequivocabilmente una (come dice la saggezza popolare), le leggi non esistono più. Per accaparrarsela tutti sono disposti a qualunque cosa, lecita o meno.

A una lettura più approfondita, con mio sommo rammarico, ho dovuto scoprire che non si parlava né di figli in generale, né tantomeno dei miei.

Si parlava del rapporto tra turismo e sharing economy, ovvero Airbnb, Uber e compagnia varia.

Comunque, se può servire alle agenzie di viaggi, agli alberghi o ai tassisti in ascolto, posso dare un elemento in più: i due pargoli, adesso, stanno trovando il loro equilibrio.

La risorsa limitata (mamma o clientela, scegliete quello che preferite) sta ritagliando gli spazi per ciascuno dei due. Forse, ma forse, c’è posto per tutti.

Anche nel letto.

PS: Nel frattempo, il padre cerca disperatamente di dare il suo apporto attirando l’attenzione degli altri coinquilini. Qualche volta ce la fa, qualche volta no. Ma non esiste un proverbio che dica: ‘Di papà ce n’è uno solo’. Dovrò comprendere il perché e farmene una ragione.

Buon Natale a tutti.

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