Ultimo aggiornamento alle 16:02

Fashion Gate

Stefano Gianuario, giornalista di TTG Italia
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Ma è un canto brasilero

Non resta che sperare che vinca il Brasile. Tra i conclamati nuoveau riches, che in un risiko mondiale potrebbero conquistare la sempre più Vecchia Europa e, conseguentemente la striminzita Penisola, i brasiliani sono quelli che fanno meno paura.

E che forse piacciono anche di più.
Anche e soprattutto in materia turistica. Perché è il caso di ammettere, da una prospettiva italica media da divano con tanto di televisore sintonizzato su una qualsivoglia partita di calcio, cinesi e indiani sono decisamente troppo distanti, a volte sottovalutati, a volte irrispettosi e sempre e comunque difficili da comprendere per chi ancora ricorda, anche in maniera offuscata, il detto "Roma Caput Mundi".

Per non parlare dei russi, tra sguardi glaciali, tasche piene di rubli e quello stravagante concetto di glamour, sono di quanto più lontano dal sorriso sornione tricolore e la sempre verde "arte di arrangiarsi".

Non resta che sperare che vinca il Brasile quindi, dove tra capirinha, samba e carnevali infiniti, riescono anche a far crescere l'industria, aumentare il pil, accogliere flussi di visitatori da tutto il mondo e mandarne altrettanti a viaggiare fuori dal Paese.

Un Paese così grande e forte che ha trovato nella varietà culturale una virtù e che riesce a organizzare, nell'arco di una manciata di mesi, eventi solo apparentemente scollegati, come il gay pride più grande della storia, in una straripante San Paolo e le finali di Miss Universo 2011.

In attesa del doppio appuntamento sportivo, Mondiali di Calcio e Giochi Olimpici, anche "The Cal", il celebre Calendario Pirelli, ha scelto il Brasile come set per l'edizione 2013. E sempre all'insegna della miscellanea ha affiancato i volti e i corpi delle super top model planetarie a quelli della common people, con tanto di danzatori di capoeira e gente intenta a fare la spesa al mercato.

Non resta che organizzare charter su charter verso il Brasile e sperare che nel grande cuore carioca vi sia spazio anche per la piccola Italia, nella sua futura Seleçao.

Twitter @SGianuario

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