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I limiti del Mice italiano: l'analisi di Cbi

Innovazione, formazione, riqualificazione. Sembra questo il tridente vincente per essere competitivi nella meeting industry. Secondo un'analisi portata avanti dal Convention Bureau Italia il Mice riveste un ruolo importante all'interno del comparto turistico nazionale. La Penisola rimane però indietro rispetto ai rivali europei e mondiali, nonostante attiri circa il 50% di settore a livello internazionale e dia impiego a donne e giovani, due categorie spesso svantaggiate.

Fiore all'occhiello della ‘meeting industry’ italiana è Firenze, che nel 2017 ha acquisito ben 19 congressi che si svolgeranno tra il 2018 e il 2020, con un impatto economico stimato totale di circa 21 milioni di euro. Ma la Penisola ha ancora molto da fare. Quello che manca, secondo la ricerca, è il coordinamento non solo tra le amministrazioni pubbliche e i Convention Bureau cittadini, ma anche tra i Convention Bureau stessi sparsi sul territorio. Ne stanno nascendo molti ma diversi e con pochi fattori comuni. Adattarsi alla propria realtà locale è sicuramente un bene, occorre però anche trovare dei punti di contatto e fare dunque sistema. G. G.

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