Ultimo aggiornamento alle 10:37
|

Antitrust
e viaggi online
Turismo rivisto
sul web

di Francesco Zucco

L'Antitrust riscrive il turismo online? Potrebbe essere.  

I viaggi venduti sul web sono da tempo nel mirino dell'autorità garante della concorrenza. Ma fino ad ora si era trattato più che altro di piccoli ritocchi ai sistemi di prenotazione (come nel caso della famigerata credit card surcharge) o sulla messa al bando di piccole realtà palesemente truffaldine.

Negli ultimi giorni, invece, l'Agcm si è addentrata nel cuore dell'e-commerce: gli accordi commerciali con fornitori e partner. E ha colpito duro su tre colossi del turismo via web: Expedia, Booking e Tripadvisor.

Il punto forte del web è il prezzo? Bene, ci pensa l'Antitrust. Che si sta domandando se la famosa 'parity rate' (la clausola imposta dalle Olta che obbliga gli alberghi a non fornire a nessuno tariffe più basse rispetto a quelle concesse all'agenzia online) turbi o meno il mercato e la concorrenza.

Ora bisogna vedere come si evolverà l'istruttoria, ma l'iniziativa dell'Autorità fa scricchiolare uno dei cardini dell'aggressività commerciale (ovvero della fortuna) delle agenzie di viaggi digitali.

Poche ore dopo l'annuncio delle indagini su Expedia e Booking.com l'Antitrust ha sferrato un altro colpo, questa volta alle recensioni online. Chiedendo a TripAdvisor: siete effettivamente in grado di affermare, come si legge sul sito, che le opinioni pubblicate sul vostro sito sono scritte da 'veri viaggiatori'? E, soprattutto, quali mezzi avete per scovare le false recensioni. Ultimo ma non per questo meno importante: quali sono i criteri per stabilire ranking (ordine in cui compaiono nei risultati di ricerca) e rating (valutazione) delle strutture? Senza tralasciare il celebre 'certificato di eccellenza', sul quale l'Autorità vuole vederci chiaro, soprattutto per quanto riguarda le modalità con cui viene assegnato.

Tre questioni che vanno a scavare nell'anima stessa del sito di recensioni più cliccato del web.

Opinioni online, prezzi, accordi con i fornitori. Ce n'è abbastanza per pensare che, se l'Antitrust proseguirà su questa strada, il turismo via web potrebbe uscirne pesantemente modificato.

/* */

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook


Torna su
Chiudi