A pagare il conto più salato dell’alluvione nelle Marche sarà il comparto del turismo.
A causa della bomba d’acqua che si è abbattuta venerdì scorso su Senigallia e su diversi comuni tra il Foglia nel Pesarese e il Tronto nel Piceno, alcune zone sono ancora sommerse dal fango con danni soprattutto alle spiagge e agli stabilimenti balneari.
“Una marea di fango ha deviato il normale corso del fiume Misa – spiega il presidente Sib (Sindacato italiano balneari) delle Marche, Enzo Monachesi, intervistato da Il Sole 24 Ore – e abbiamo tutta la zona centrale del lungomare Sud di Senigallia assolutamente da ripristinare: la spiaggia non esiste più, così come gli stabilimenti balneari, per non parlare degli scantinati di alberghi e ristoranti”.
Gli uomini della protezione civile, i vigili del fuoco e moltissimi volontari si sono subito mobilitati per liberare dal fango strade e strutture, mentre è partita ieri la richiesta ufficiale dello stato di emergenza al Governo.