Ultimo aggiornamento alle 10:32
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Franceschini
promette:
"Difendere
le agenzie"

di Cristina Peroglio

La disintermediazione dei viaggi nel mirino del ministro del Turismo Dario Franceschini.

Il titolare del dicastero ha affrontato il tema delle difficoltà delle imprese del comparto nel corso della Convention di Federcongressi&eventi, tenutasi a Venezia lo scorso fine settimana.

Il ministro, nel suo discorso, ha aperto le porte alle aziende del comparto, che hanno bisogno di un deciso supporto: “c'è l'esigenza – ha detto – di rivitalizzare le imprese, che patiscono la disintermediazione con cui oggi si prenotano i viaggi".

Come Franceschini abbia intenzione di intervenire, non è ancora dato sapere. Il ministro si è, infatti, dato un orizzonte temporale ampio: “Ragioneremo sull’orizzonte di quattro anni per fare un lavoro profondo" dice, senza però trascurare le azioni più urgenti. “C’è il problema – riconosce Franceschini - di incentivare i flussi dai Paesi emergenti", un'azione che lo stesso ministro riconosce necessario mettere in campo al più presto attraverso gli strumenti attualmente a disposizione, in particolare attraverso l'Enit.

L'Agenzia viene tirata in ballo anche per il discorso sulla riforma del Titolo V della Costituzione, un argomento sul quale, con buona pace delle Regioni, Franceschini ha pochi dubbi: “Condivido la necessità di riformare il titolo V – dice -, uno dei punti centrali del programma di governo, non solo sul turismo. Non possiamo però aspettare che questa riforma arrivi, perché richiede anni. Dobbiamo anticipare il percorso, e a questo proposito sto cercando di approfondire il ruolo dell’Enit, per quanto possibile secondo la normativa vigente".

Altro punto forte della gestione Franceschini è la difesa dell'unificazione del Ministero della cultura con il turismo: “Nella stagione del Governo Letta abbiamo lavorato perché il trasferimento della delega del turismo alla cultura non fosse passeggera – sostiene -. Negli ultimi dieci anni il turismo ha vagato colpevolmente da un sistema all’altro e col Governo Letta abbiamo fatto una legge per cui stabilmente il turismo fosse legato alla cultura. È un legame che in Italia è indissolubile: chi viene in Italia ci viene perché attratto anche dalla straordinarietà del nostro patrimonio artistico, legato a sua volta al paesaggio".

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