Ultimo aggiornamento alle 10:21
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Redditometro:
i 'viaggi presunti'
nel conteggio

Viaggi veri, viaggi presunti, viaggi mai acquistati ma comunque conteggiati dal Redditometro.

Ancora una volta sono le vacanze a finire al centro del dibattito sullo strumento progettato per combattere l'evasione fiscale che però sta suscitando perplessità da sempre più parti.

In tema di turismo, i maggiori protagonisti del mercato prevedono un impatto non trascurabile su prenotazioni e partenze. Ma i nuovi dettagli emersi negli ultimi giorni descrivono un panorama ancora più complesso, dove a contare non sono solo i pernottamenti effettuati, ma anche quelli presunti.

L'avvertimento arriva da corriere.it e dalle simulazioni sul Redditest (il software dell'Agenzia delle entrate per verificare la congruità tra entrate e uscite dei contribuenti): anche inserendo zero alla voce 'spese per alberghi', il programma del Fisco inserisce comunque un valore pari a 660 euro annui.

Il motivo è semplice: questa è l'importo medio pro capite calcolato dall'Istat. Questa voce di spesa (come diverse altre) viene comunque presunta, anche per chi magari ha dovuto rinunciare viaggi e pernottamenti fuori casa.

I dubbi, anche da parte degli esperti del settore, non mancano. Per alcuni, la serie di meccanismi messi in campo dallo strumento genereranno un effetto psicologico sulla clientela, che potrebbe portare a un'ulteriore frenata dei consumi. Ovvero, l'ultima cosa di cui hanno bisogno le agenzie di viaggi.

Bisogna però aggiungere che la Cassazione, in base a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, è intervenuta a favore dei contribuenti: secondo la Corte, infatti, la presunzione potrebbe non essere sufficiente all'Agenzia delle Entrate, che dovrebbe fornire ulteriori riscontri delle spese ipotizzate pena la censura in sede giudiziaria.

Ma tra le notizie di oggi emerge anche un'altra novità: la possibilità di una franchigia di 12mila euro per gli scostamenti. Ovvero, se la differenza tra reddito e spese resterà inferiore a questa soglia, non dovrebbero scattare i controlli. Secondo corriere.it, la puntualizzazione sarebbe trapelata direttamente dall'Agenzia delle Entrate, dopo gli avvertimenti della Corte dei Conti sull'utilizzo delle informazioni non verificate.

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