Ultimo aggiornamento alle 08:35
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L’incognita voucher:
operatori alla prova

di Isabella Cattoni

Malgrado le speranze di una parziale riapertura dei viaggi verso alcune mete extra Ue, lo spettro dei voucher emessi e non utilizzati continua ad animare le notti insonni dei tour operator.  

La durata di 24 mesi, al termine della quale andranno risarciti, sembra non lasciare molta scelta agli operatori che spesso non sono materialmente riusciti a reindirizzare la clientela verso un prodotto che ancora non è vendibile.

Diverse le ipotesi per uscire dall’impasse, che vanno dall’allungamento dei tempi di restituzione alla concessione di prestiti straordinari per sostenere chi dovesse essere in difficoltà al momento della scadenza e restituzione dei voucher. Ma serve soprattutto l’apertura immediata delle frontiere possibili, permettendo a t.o. e adv di lavorare.

Occorre riaprire
“Sui circa 2mila voucher emessi dall’inizio della pandemia – dice il ceo di Idee per Viaggiare, Danilo Curzi – ne abbiamo riscattati circa il 25%. La speranza è che la riapertura dei nostri confini ai viaggi lungo raggio consenta ai clienti di riprogrammare una vacanza invernale o un viaggio di nozze, magari nella primavera del prossimo anno. Sta tornando la fiducia che si possa tornare a viaggiare, ma è necessario ripartire subito”.

Medesimo discorso per il direttore commerciale di Naar, Maurizio Casabianca, che ricorda come “sia necessaria un’apertura più ampia, con una road map che prenda in considerazione le destinazioni considerate più sicure. L’importante è riaprire, perché la scadenza dei voucher arriverà inesorabile entro l’estate 2022”.  

Tanto più che al momento, aggiunge l’amministratore delegato di Mappamondo, Andrea Mele, “tutti stanno conservando i voucher senza utilizzarli; abbiamo circa l’85% del totale dei buoni emessi ancora da convertire. Anche sul fronte nozze è tutto fermo, ma la scadenza di maggio-giugno 2022 è ormai vicina, bisogna eliminare il divieto incondizionato di viaggiare, mantenendo semmai uno sconsiglio dove necessario”.

Spiraglio neve
Parzialmente diverso il discorso per chi, come Th Resorts, è riuscito a convertire parte dei voucher sulle mete italiane: “Abbiamo già assorbito un 50% dei buoni emessi – fa sapere il direttore commerciale e marketing, Stefano Maria Simei – e confidiamo nell’inverno 2021-22 sulla neve”.

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