Ultimo aggiornamento alle 09:41
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Spiagge italiane: torna lo spettro della battaglia per le concessioni

Balneari si nuovo sul piede di guerra. Dopo aver ottenuto, con la legge di Bilancio 2019, una proroga delle concessioni demaniali fino al 2033, proroga confermata dal decreto Rilancio del 2020, le imprese della spiaggia si ritrovano di nuovo in mezzo a un guado.

Il governo Draghi, infatti, sembra intenzionato a voler aderire alle richieste dell’Europa, che dal 2006, con la direttiva Bolkestein, chiede di bandire gare per concedere beni pubblici, come sono appunto le spiagge.

Una direttiva che contrasta con il ‘modello’ della spiaggia italiana, solitamente data in concessione a un imprenditore per un lungo periodo, e quindi diventata, nel corso dei decenni, un luogo di investimenti anche di grandi proporzioni da parte dei privati che hanno la concessione.

Sembra quindi che Palazzo Chigi sia intenzionato a chiudere la questione, inserendo il tema delle spiagge all’interno della riforma della concorrenza. Una decisione che ha provocato una immediata alzata di scudi, anche se una eventuale modifica dell’attuale status quo non comporterebbe la possibilità di andare a gara già nel 2021.

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