Ultimo aggiornamento alle 09:08
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Nuovo stop
per le piste da sci:
la protesta
del comparto

È arrivata domenica sera, 14 febbraio, la doccia fredda per il mondo degli sport invernali. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha infatti firmato un’ordinanza che blocca le riaperture degli impianti di risalita previste per oggi e le fa slittare al 5 marzo.

E nel mondo del turismo bianco sono esplose le proteste.

Al centro delle recriminazioni ci sono soprattutto le tempistiche: tutte le stazioni sciistiche delle regioni ‘gialle’ ormai da giorni stanno preparando la riapertura, i giornalieri sono stati venduti e in parte già ritirati, i luoghi di montagna sono pieni di turisti, complici le vacanze di Carnevale, pronti a salire sugli impianti, le piste sono state preparate e il personale è stato assunto. Il dispendio di denaro per salvare almeno l’ultima fetta della stagione non è stato poco considerate le case vuote del turismo della neve. E a poche ore dalla partenza arriva un nuovo stop.

Le posizioni del settore
"Con quest’ultimo colpo si completa un anno intero di blocco per il turismo, sostanzialmente senza soluzione di continuità – dice il presidente di Confturismo Confocommercio Luca Patanè -. Bloccare l'apertura degli impianti sciistici la sera prima dell'annunciata apertura è un messaggio negativo per il Paese. Ora si volti pagina rimettendo subito il turismo al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma ancora più urgente è completare in tempi rapidissimi il passaggio delle consegne dal Mibact al nuovo Ministero del Turismo, per non fermare le assegnazioni di aiuti alle imprese del settore fissate per legge che già sono in ritardo di mesi".

"I danni sono drammatici, le aziende del settore si erano preparate alla riapertura, attesa da mesi e annunciata da diverse settimane, con acquisti e l’assunzione del personale" aggiunge Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. "La situazione era già drammatica, ma il cambiamento intervenuto all’ultimo minuto, ha comportato per le aziende l’ennesimo grave danno per gli ulteriori costi sopportati in questi giorni per preparare la riapertura. Al ministro Garavaglia chiediamo subito un intervento veloce e sostanzioso per permettere alle aziende di sopravvivere a questo ennesimo colpo".

Anef e Maestri di sci
Rincarano la dose l’Anef, l’associazione che riunisce i gestori degli impianti di risalita: “È stato lo Stato che ci ha dato il via libera – dice Valeria Ghezzi, presidente Anef - naturalmente nel pieno rispetto delle normative. Siamo furiosi, sembra una presa in giro. Gli impiantisti hanno sempre lavorato nel pieno rispetto delle regole. Al nuovo governo guidato da Mario Draghi chiediamo risposte chiare. Per la salute degli italiani in primis, ma anche per il nostro mondo ormai al collasso economico. Ringraziamo i Ministri Giorgetti e Garavaglia che dichiarano che gli indennizzi alla montagna devono avere priorità assoluta”.

Sgomento e amarezza anche da parte dei Maestri di Sci: "La decisione del Ministro delle salute per tempistica e modalità ci lascia esterrefatti dice il Presidente Amsi Nazionale Maurizio Bonelli –. Denunciamo la completa mancanza di rispetto delle Istituzioni verso la nostra categoria e verso il mondo della montagna in generale. La modalità e la tempistica di questo nuovo e ulteriore stop alla ripartenza dell'attività dei maestri di sci è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020. Come non mai, in questo momento ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali ai quali viene vietato il diritto al lavoro e, quindi, al sostentamento delle proprie famiglie da continue promesse rimaste tutte regolarmente disattese: ci sentiamo e siamo presi in giro! Ora ci aspettiamo il giusto e doveroso ristoro dallo Stato”.

Durissime anche la prese di posizione di Alberto Cirio, presidente del Piemonte e di Luca Zaia, presidente del Veneto, che chiedono non solo ristori per le aziende, ma anche il pagamento dei danni.

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