Ultimo aggiornamento alle 08:35
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Il decreto ‘Cura Italia’
non soddisfa il turismo

di Cristina Peroglio

Si va dall’appena sufficiente all’insufficienza netta per il decreto Cura Italia appena approvato dal Governo nelle parole delle associazioni di categoria del turismo. Il comparto si aspettava sicuramente di più e di meglio, soprattutto per venire incontro alla mancanza di liquidità che in questi momenti è il peggiore male delle imprese turistiche.

Le agenzie di viaggi
“Una risposta nella giusta direzione ma non sufficiente.  Il settore del turismo organizzato, agenzie di viaggi e tour operator, è in ginocchio a causa dell’epidemia da coronavirus, per questo occorre istituire subito un Fondo Nazionale Emergenze per l’indennizzo sulle mancate vendite e cancellazioni e anche a supporto delle riprotezioni sostenute”.

Così Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi, commenta le misure annunciate.  “Il decreto accoglie alcune nostre richieste e integra le misure a favore del settore con la cassa integrazione in deroga su tutto il territorio nazionale e la moratoria su finanziamenti e mutui. Ma occorre fare di più: certamente è un primo passo la sospensione degli adempimenti fiscali e contributivi, ma sarebbe necessaria la cancellazione per tutto il periodo dell’emergenza”.

Rebecchi chiede misure straordinarie: “Per le agenzie di viaggi che abbiano subito una riduzione delle attività, rispetto alla media del corrispondente periodo del triennio 2017-2019, serve il riconoscimento di una somma fino al cento per cento del suddetto decremento, nel limite massimo di 200mila euro, reperendo le risorse anche con il contributo del Fondo solidarietà Ue”.

Il decreto in hotel
Amaro in bocca anche per gli alberghi. “Bene il rinvio dei termini per il pagamento di Iva, ritenute e contributi e l’intervento sui mutui - dice Bernabò Bocca, presidente Federalberghi -. Ma resta una doppia preoccupazione relativa alle varie scadenze che si susseguiranno nei prossimi mesi, in primis per il pagamento di Imu e Tari, e per la sorte degli alberghi che vengono gestite con contratto di affitto o formule simili. Ogni mese quasi ventimila strutture devono pagare un canone alla proprietà e in questo momento non sono in condizione di farlo”.

E se si esprime apprezzamento per il sistema dei voucher e le risposte sugli ammortizzatori sociali, che offrono copertura a tutti i dipendenti attualmente in servizio e accendono un faro anche sui lavoratori autonomi e sui lavoratori stagionali, restano però delle perplessità.

“Mancano all’appello due misure importanti, che erano state preannunciate – dice Bocca -: una forma di ristoro per le aziende danneggiate dalla crisi e un incentivo agli italiani che effettuano le vacanze in Italia. Si tratta di passaggi fondamentali per consentire al sistema di fronteggiare una situazione drammatica e per iniziare a programmare il ritorno alla normalità, facendo leva sulla clientela italiana, che storicamente costituisce il nostro primo bacino di riferimento.”

Anche Confindustria Alberghi chiede ulteriori interventi per l’hotellerie italiana. Pur riconoscendo il valore delle misure, dagli ammortizzatori sociali alla sospensione dei pagamenti, l’associazione chiede che vengano a breve affrontate ulteriori questioni che  sembravano essere state recepite ma che di fatto sono in sospeso.

Tra i grandi assenti i provvedimenti dedicati ai canoni di affitto e i problemi connessi ai costi tra penali e cancellazioni che si sono determinati in questi giorni. Anche la misura dei voucher, lamenta Confindustria Alberghi, è arrivata in ritardo.

E comunque, già dal prossimo decreto di aprile, sarà importante guardare anche a misure a sostegno della domanda, come il credito di imposta per le vacanze in Italia.

L’extralberghiero
Chi proprio boccia il nuovo provvedimento è l’extralberghiero. “L’ospitalità diffusa è in ginocchio: in circa un mese si è passati dall’overtourism alle città vuote” dice Claudio Cuomo, presidente nazionale di Aigo, l’associazione Confesercenti dell’ospitalità diffusa.

Uno dei temi è il credito d’imposta sugli affitti dei locali commerciali di negozi e botteghe. “B&B, affittacamere ma anche alberghi, dove sono citati? – chiede Cuomo in una lettera al ministro Franceschini -. Il turismo italiano si sviluppa in immobili residenziali di categoria quasi esclusivamente A2 per l’extralberghiero e commerciale di categoria D2 per l’alberghiero. Inoltre, il credito di imposta prevede un versamento di affitto ai proprietari delle mura: ma per la maggior parte dei gestori non sarà possibile avere la liquidità, non avendo lavorato a marzo e con la prospettiva di non lavorare nemmeno ad aprile e maggio”.

“Servono subito provvedimenti per tutelare le opportunità di lavoro e di valorizzazione immobiliare che il settore offre a tutta l’economia del Paese”, conclude il presidente di Aigo.

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