Ultimo aggiornamento alle 08:35
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Città travolte dal turismo:
adesso si corre ai ripari

Mentre la maggior parte degli operatori turistici è impegnata a far quadrare i conti e a cercare di investire nelle destinazioni più profittevoli, va manifestandosi con sempre maggiore intensità anche il fenomeno contrario, legato all’overturism, che porta le autorità di alcune città del mondo a intervenire per limitare i flussi turistici. Il problema si manifesta a tutti i livelli e coinvolge sia le mete più blasonate come Venezia, Amsterdam o Barcellona, sia piccoli centri che per qualche ragione vengono presi d’assalto da orde di turisti mordi e fuggi, che mettono a dura prova la vita sociale degli abitanti, riversando conseguenze negative anche sul fronte della sostenibilità e del mercato immobiliare.

Una folla di turisti mordi e fuggi
Come riportato da Il Giornale, secondo l’Unwto i turisti che hanno attraversato una frontiera nel 2017 sono stati 1,3 miliardi, il doppio rispetto al 2000. Di questi quasi 700 milioni hanno scelto destinazioni europee. A questi ritmi, la previsione è di sfiorare i due miliardi nel 2030. I turisti arriveranno soprattutto dai Paesi asiatici; basti pensare che dal 2000 a oggi il numero dei cinesi in viaggio all’estero è aumentato del 1380%, portandosi a 145 milioni. A questo ritmo entro il 2030 i viaggiatori in arrivo dalla Cina diventeranno 400 milioni, mentre l’India si pone su numeri di poco inferiori.

I casi emblematici
Troppi? Sicuramente sì per molte destinazioni, basti pensare che gli abitanti di Dubrovnik, circa mille500, devono fronteggiare nei mesi estivi un numero di turisti almeno dieci volte superiore, scaricati nelle vie del centro storico dalle grandi navi da crociera che fanno scalo nella città croata. Non solo grandi città, si diceva. Emblematico è poi il caso della piccola cittadina di Hallstatt, in Austria, finita per qualche ignota ragione a incarnare in Asia il sogno del tipico borgo alpino, fattore che ha portato nel 2018 i nemmeno 800 abitanti a doversi confrontare con una mole di oltre 19mila 300 autobus turistici  che hanno scaricato in paese circa un milione di visitatori.

La corsa ai ripari
Come correre ai ripari? Se il sindaco di Hallstatt ha iniziato da quest’anno a introdurre limiti alla durata della sosta, anche le altre città stanno rispondendo in diverso modo. Innanzitutto, c’è chi ha vietato – magari temporaneamente – l’ingresso alla destinazione. È il caso di Maya Bay, la spiaggia thailandese dove si è girato il film ‘The Beach’, o quello di Boracay nelle Filippine, rimasta chiusa per sei mesi.
Altri hanno optato per il numero chiuso, come avviene in diverse spiagge sarde e come è stato richiesto anche per Riomaggiore nelle Cinque Terre.  Questo provvedimento potrebbe presto riguardare anche Venezia, regina dell’overtourism che con i 22 milioni di visitatori accolti ogni anno, dopo l’introduzione dei tornelli  si prepara a imporre una tassa per accedere al centro storico.

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